Siamo nel mezzo di una nuova stagione del vino italiano, cominciata con la pandemia e confermata nell’ultimo anno; una stagione caratterizzata da un’attenzione per il territorio e la sostenibilità ambientale nel consumo del vino. Si intravede anche una nuova forma di comunicazione del vino, caratterizzata dall’utilizzo dei social e un più stretto rapporto con i consumatori da parte dei giovani vignaioli. Questo per promuovere e tutelare le unicità territoriali, che sono state la chiave del successo nel settore del vino.
Come Coldiretti ci ha annunciato, in occasione di Vinitaly la fiera del vino a Verona, il vino italiano ha trionfato nelle classifiche. I dati presentati alla fiera sono quelli di Infoscan Census. In particolare emerge la preferenza degli italiani per i vini autoctono che occupano tutti i primi dieci posti delle bottiglie che hanno fatto registrare il maggior incremento dei consumi in volume. Al primo posto trionfa il Lugana lombardo che guida la classifica, con un aumento delle vendite del 34% nell’ultimo anno, davanti all’Amarone (+32%) e al Valpolicella Ripasso (+26%) entrambi veneti.
La top ten dei vini in crescita nell’anno della pandemia
Ecco di seguito la classifica presentata a Vinitaly:
Vino Regioni Variazione % in quantità
Lugana Lombardia + 34%
Amarone Veneto + 32%
Valpolicella Ripasso Veneto + 26%
Nebbiolo Piemonte + 22%
Vermentino Sardegna + 22%
Ribolla Friuli Venezia Giulia + 19%
Sagrantino di Montefalco Umbria + 16%
Passerina Marche + 14%
Brunello di Montalcino Toscana + 13%
Grillo Sicilia + 13%
Dalla classifica è chiaro come il periodo della pandemia (unito all’ultimo periodo di crisi), ha modificato le abitudini di consumo del vino degli italiani, i quali premiano negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio. Nella classifica dei primi dieci vini, che nel periodo considerato in Italia, hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite, nessuno è internazionale. Sempre secondo il parere di Coldiretti, si tratta dunque di una conferma dell’alta qualità offerta lungo tutto il territorio italiano, grazie alla biodiversità e alla tradizione millenaria della viticoltura tricolore.