Le aree destinate agli orti urbani sono affidate ad associazioni o gruppi costituiti attraverso il comodato d’uso; sono loro che destinano i lotti ai cittadini che ne fanno richiesta (facilitate le categorie con più difficoltà ovvero disoccupati, studenti, pensionati, nuclei con presenza di bambini).
Ma in cosa consistono esattamente gli orti di città? Sono un bell’esempio di recupero degli spazi verdi urbani e della diffusione di una nuova socialità. I cittadini possono accedere alla cura di piccoli appezzamenti con la possibilità di autoconsumo dei prodotti derivanti dalla loro attività. Gli ortisti si occupano della cura, della manutenzione, dell’ordine e della pulizia dell’area concessa, compreso lo smaltimento dei rifiuti e devono garantire che le coltivazioni siano condotte con metodo biologico e che non vengano utilizzati organismi geneticamente modificati.
Il contatto con la madre terra, la possibilità di sporcarsi le mani e di ottenere un prodotto da una manciata di semi, il prendersi cura di uno spazio urbano abbandonato sono fenomeni quanto mai attuali e più della metà dei capoluoghi di provincia in Italia (ma gli orti cittadini sono assai diffusi anche all’estero) assegna aree libere e coltivabili a coloro che ne fanno richiesta.
Autoprodurre in casa, o quasi, fino a qualche anno fa non destava interesse, poi complici la perdurante crisi economica e la voglia di tornare ad un modus vivendi più eco e naturale tante persone hanno deciso, non solo di coltivare pomodori e zucchine, ma anche di macinare nella propria cucina il grano per farne del pane, di utilizzare semplici ingredienti a zero impatto per creare ottimi detersivi, di realizzare una serie di prodotti cosmetici dal dentifricio allo scrub, dal burro di cacao alla crema viso usando solo elementi privi di petrolati e a costi irrisori rispetto perfino alla grande distribuzione.
Coltivare il proprio appezzamento permette anche di conoscere i vicini che magari con la loro esperienza forniscono utili e gratuiti consigli al novello contadino. Nella bella stagione non è raro poter cenare tutti insieme, negli spazi comuni, gustando i prodotti senza veleni del proprio orticello.
Oggi le politiche ambientali e le strategie di pianificazioni degli Enti Locali stanno tentando di sopperire ad una richiesta sempre più ampia. Il cittadino del terzo millennio comincia a comprendere che la città con tutto il suo inquinamento, il suo traffico, la sua moltitudine di persone non potrà sempre soddisfare ogni suo bisogno e decide dunque di rimboccarsi le maniche e passare ad un autosostentamento che non danneggia ne l’ambiente naturale ne l’aria.
di Marzia Fiordaliso