Rifiuti Green Book 2023

Green Book 2023, il rapporto annuale sui rifiuti urbani promosso da Utilitalia

Il Green Book 2023, rapporto annuale sul settore dei rifiuti urbani in Italia, promosso da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis, evidenzia un severo gap tra nord e sud. In collaborazione con ISPRA e con la partecipazione di Enea ed Ancitel Energia e Ambiente il rapporto fotografa un paese dove permangono gestioni frammentate (solo il 19% degli operatori si occupa dell’intero ciclo) e gli impianti sono carenti soprattutto nel Mezzogiorno dove la Tari è molto più alta visto che i rifiuti per essere smaltiti devono compiere lunghi percorsi verso altre regioni.

Non tutto è negativo però. Le aziende del settore stanno diventando sempre più protagoniste dell’economia circolare e a patto di continuare ad investire negli impianti, il corretto riciclo di organico, RAEE e rifiuti tessili permetterà di vincere le grandi sfide ambientali ed economiche del futuro.

Green Book 2023, obiettivi e fatturato

Gli obiettivi comunitari chiedono alti standard e l’Italia (non in tutti comuni ma molti) è indietro; entro il 2025 bisogna arrivare al 55% di rifiuti urbani differenziati, al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035; smaltimento in discarica fino ad un massimo del 10% il resto andrà a creare valore e lavoro.

Nel 2021, il fatturato di settore (considerando un campione di 534 aziende) ha raggiunto circa 13,5 miliardi di euro, pari a circa lo 0,8% del PIL nazionale, occupando circa 100 mila addetti diretti che costituiscono lo 0,4% del totale degli occupati in Italia e circa l’1,7% degli occupati del settore industriale.

L’evoluzione industriale del comparto ambientale – commenta il presidente della Fondazione Utilitatis, Stefano Pareglio – è un requisito necessario per la transizione verso un modello economico circolare, in grado di assicurare il pieno utilizzo delle materie prime seconde. È altrettanto indispensabile superare il divario nella qualità dei servizi tra Nord e Sud, migliorando la qualità della raccolta differenziata per garantire la chiusura del ciclo.

Nel complesso quindi – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – la stima del fabbisogno di settore al 2035 è pari a 6-7 miliardi di euro, ovvero tra i 0,5 e i 0,6 miliardi di euro l’anno. Il Green Book evidenzia l’importanza di una gestione industriale dell’intero ciclo dei rifiuti, la necessità di realizzare impianti soprattutto al Centro-Sud e l’urgenza di superare le frammentazioni gestionali. Si tratta di tre elementi fondamentali per la piena affermazione dell’economia circolare. A tal proposito le aziende associate a Utilitalia, grazie anche ai fondi del PNRR, sono adesso impegnate a realizzare impianti innovativi in filiere strategiche come la frazione organica, i RAEE e i tessili.

Organico, RAEE e tessile

Secondo i dati del Green Book 2023 la raccolta della frazione organica ha avuto un’impennata negli ultimi anni mentre il lavoro sui RAEE e il tessile è ancora tanto. Il riciclo corretto dei RAEE è un’opportunità per ridurre la dipendenza da Paesi terzi ma è necessario implementare le infrastrutture e snellire le procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti: oggi in Italia se ne raccolgono circa 6 kg/ab anno contro una media europea di 10 kg/ab anno.

Quanto ai rifiuti tessili il 72% dei Comuni italiani li raccoglie separatamente per una quantità complessiva di circa 154mila tonnellate nel 2021. Sono necessari investimenti in nuove tecnologie di selezione e riciclo per garantire il raggiungimento degli obiettivi di circolarità. Dal punto di vista ambientale i benefici potrebbero essere enormi: meno 4,0-4,3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, la creazione di oltre 15mila nuovi posti di lavoro e un giro d’affari compreso tra 1,5 e 2,2 miliardi di euro.