Se è certo che il 2021 cinematografico verrà contraddistinto, nei primi mesi dell’anno, dallo scontro tra due animali super size come nel monster film Godzilla vs. Kong, e dalla mancata uscita, inizialmente annunciata per la fine dell’anno, dell’ormai attesissimo Avatar 2 la cui lavorazione in post produzione si concluderà solo nel 2022, a causa dei ritardi dovuti al lock down, è difficile invece dire come sarà portato avanti il discorso ambientale nei film in uscita nei prossimi mesi.
Una incognita solo in parte mitigata dall’attesa per il nuovo lavoro di Michelangelo Frammartino, Il Buco e per il film Percy di Clark Johnson, la storia di un agricoltore in lotta contro le multinazionali dell’agroalimentare, perché il vero nodo è legato alla distribuzione che, se non si supera l’attuale fase pandemica, rischia di danneggiare le uscite come accaduto per i film del 2020.
Un anno che era iniziato sotto buoni auspici per il cinema che parla d’ambiente con un film apparentemente per ragazzi ma godibilissimo a qualsiasi età e ricchissimo di suggestioni ecologiche come Dolittle. In questa versione lo stravagante dottore, che riesce a parlare con gli animali, vive in una tenuta di campagna dove gli umani non sono ammessi (no humans allowed). Una boccata d’aria di fronte a tanto cinema costantemente antropocentrico.
A riportarci nella nostra degradata realtà ci aveva pensato un film, Cattive Acque, che, come Erin Brockovich e A civil action, potremmo definire un Legal Green.
Diretto da Todd Haynes Cattive acque è un solido film di impegno civile tratto dalla realtà e incentrato sulla battaglia condotta dall’avvocato Robert Bilott contro gli sversamenti incontrollati di sostanze nocive nelle campagne della Virginia, ma che, in piena programmazione, è rimasto schiacciato dalla chiusura delle sale a marzo scorso.
Da allora è stato un susseguirsi di rinvii e uscite annunciate e poi annullate com’è accaduto a due interessanti opere italiane ovvero al film di Danilo Caputo Semina il Vento, che dopo aver incantato la critica al festival di Berlino è uscito in sordina a settembre, e al documentario A riveder le stelle di Emanuele Caruso, che invece non ha proprio vissuto l’esperienza della sala. La lista dei film green da recuperare dalla semiclandestinità è lunga.
Difficoltà che hanno vissuto anche i festival, Cinemambiente in testa, che sono anche sbarcati sul terreno impervio dell’online senza però rinunciare ad una proposta originale e di qualità riuscendo in un capillare impegno di informazione e sensibilizzazione.
Anche se è mancato il film traino, come è accaduto nel 2019 con il documentario Antropocene diretto da Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky, Nicholas de Pencier, il 2020 non è stato un anno da buttare anche perché cinematograficamente ci ha regalato l’occasione, per riflettere sul protagonismo ecologista delle nuove generazione con almeno tre documentari importanti: The Troublemaker del regista inglese Sasha Snow sul movimento Extinction Rebellion, I’am Greta di Nathan Grossman e infine l’italianissimo Ragazzi irresponsabili di Ezio Maisto incentrato sui ragazzi del Fridays For Future.