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Greenwashing, come evitarlo: esce “Verde, anzi verdissimo” di Rossella Sobrero

Attenzione, pericolo greenwashing. Il rischio di una comunicazione tanto efficace e pervasiva quanto effimera e poco realmente sostenibile esiste davvero e chi la comunicazione la fa, lo sa molto bene. Sul fenomeno del greenwashing nella comunicazione d’impresa Rossella Sobrero, Presidente di Koinètica e di FERPI, ha scritto il libro edito da Egea “Verde, anzi verdissimo. Comunicare la sostenibilità evitando il rischio greenwashing”. Il testo è in libreria dal 17 giugno 2022 e si compone di venti interviste imperdibili.

Cos’è il greenwashing

Ma cosa si intende esattamente con la parola greenwashing? Se prendiamo il dizionario Treccani troveremo questa definizione:

La strategia di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo.

Oggi si parla molto di questo fenomeno. Il tema centrale è la comunicazione ambientale, in un contesto come quello attuale in cui i social media giocano un ruolo fondamentale, capaci come sono di amplificare velocemente qualsiasi messaggio.

Dove volgiamo lo sguardo, troviamo messaggi promozionali carichi di contenuti green. Questo sicuramente fa parte delle esigenze di mercato, il quale sempre più richiede quell’impegno ambientale che ogni azienda dovrebbero assicurare attraverso i propri prodotti. Ma quanti di questi messaggi sono realisticamente veri? Quanto le parole usate (o meglio abusate) come sostenibile, plastic free, bio, hanno un riscontro reale? Ecco allora che l’attenzione deve essere alta.

Molti strumenti di interlocuzione col consumatore, come packaging o campagne media, possono contenere immagini e parole non corrette, come green claim eccessivamente enfatici o immagini che evocano valori non rispondenti alla realtà.

Greenwashing

“Verde, anzi verdissimo”: le (buone) pratiche per una comunicazione sostenibile

Rossella Sobrero è stata tra le prime esperte in Italia ad approfondire il legame tra comunicazione e sostenibilità. Nel suo saggio non si limita a descrive dettagliatamente lo scenario attuale ma fornisce anche dati, buone pratiche e strumenti utili ai comunicatori e alle organizzazioni per evitare il rischio greenwashing. In azienda è buona pratica valorizzare le proprie attività formalizzando gli impegni in documenti come:

  • la Carta dei valori;
  • il Codice etico;
  • le policy aziendali;
  • le certificazioni di prodotto e di processo al rispetto di standard condivisi.

Il tutto senza dimenticare etichette, packaging, strumenti di rendicontazione.

Il testo “Verde, anzi verdissimo” della Sobrero si conclude con il contributo di venti tra studiosi, esperti di settore, esponenti di istituzioni nazionali e internazionali, intervistati dall’autrice: Teresa Agovino, Paolo Anselmi, Vincenzo Baccari, Daniela Bernacchi, Francesco Bicciato, Raul Caruso, Emilio Conti, Luisa Crisigiovanni, Luca Ferraiuolo, Roberto Grossi, Vincenzo Guggino, Paolo Iabichino, Giuliana Improta, Aurora Magni, Marcella Mallen, Marisa Parmigiani, Francesco Perrini, Angelo Russo, Vincenzo Russo e Claudia Strasserra.

Di greenwashing ne ha parlato anche Massimiliano Pontillo, nel suo ultimo editoriale su Eco in città.