Per il terzo “Lunedì d’autore” Eco in città ha intervistato Andrea Segrè – Presidente Last Minute Market
Come può il cibo contribuire alla salvaguardia del Pianeta?
È l’uomo stesso, con la sua dieta che vuol dire stile di vita e consumo alimentare, che può distruggere o salvare il pianeta. La nostra responsabilità inizia già spingendo il carrello della spesa e prendendo in mano la forchetta ogni giorno. A monte c’è senz’altro l’educazione alimentare, che ci permette di scegliere una dieta sostenibile e di coltivare un approccio che restituisce valore al cibo e previene gli sprechi. Il cibo contiene acqua, altra risorsa limitata, dato che il 70% nel mondo serve per produrre gli alimenti e che una dieta tipo quella mediterranea ha un minore impatto dal punto di vista ambientale.
Prevenire gli sprechi è una priorità rispetto a qualsiasi prospettiva di aumento della produzione: se è vero che oggi nel mondo si perde o spreca un terzo della produzione agroalimentare (dati FAO), che senso ha aumentare la produzione stessa del 60%, per nutrire un pianeta che fra qualche anno conterà 10 miliardi di abitanti? Sarebbe come dire che il 20% di questo incremento andrà sprecato, producendo ulteriori rifiuti. Non ha senso.
Quali azioni quotidiane possiamo intraprendere per evitare gli sprechi?
La crisi che stiamo vivendo ci dà paradossalmente la via da seguire. E cioè spezzare la linearità fra la produzione, spesso di beni inutili, e consumi altrettanto inutili. A livello personale, le nostre scelte in direzione della sostenibilità partono dalla consapevolezza e dal valore che vogliamo restituire al cibo, affrancandoci dalla condizione di consumatori condannati a favorire supinamente un trend astratto e ottimale del consumo, per diventare fruitori quindi artefici e protagonisti delle nostre scelte alimentari. L’acquisto di prodotti di stagione, la scelta di una dieta e uno stile alimentare mediterraneo, e poi tutta una serie di regole smart che a poco a poco ci verranno istintive: fare la spesa con una lista e possibilmente da sazi, resistere alle seduzioni delle mille offerte di cui non abbiamo bisogno, acquistare nei limiti della nostra capacità di consumo, porre attenzione alla catena del freddo e ai corretti ripiani del nostro frigorifero, ruotare i prodotti evidenziando in prima fila quelli prossimi alla scadenza … regole semplici, quasi banali, ma che diventano a poco a poco uno stile di vita salutare per noi e per l’ambiente.
Produrre meno rifiuti arricchisce la comunità in cui viviamo?
Produrre meno rifiuti previene innanzitutto i costi di smaltimento, sia ecologici che economici: se andiamo avanti con i ritmi tenuti finora di produzione e consumo lo scenario fra 100 anni sarà un reality e non una fiction catastrofica… La questione rifiuti, al di là delle soluzioni per la raccolta differenziata, non ha ancora trovato linee di evoluzione /soluzioni transnazionali adeguate e concrete. Del resto, gli interessi che si muovono sono tali e tanti che promuovere un cambiamento reale è davvero complesso. Ma siamo noi consumatori critici che dobbiamo fare massa con la nostra richiesta di prodotti e comportamenti sostenibili anche da parte della produzione e delle aziende.
Istituzioni e imprese seguiranno, inevitabilmente, questa nuova domanda. Ci sono tanti esempi di buone pratiche di produzioni e consumi sostenibili in Italia, in Europa, nel mondo.
Bisogna copiarle e moltiplicarle, senza paura.