ICEA Check Food è il programma realizzato da Icea che ti permette di verificare, comodamente da casa, se gli additivi base del prodotto acquistato (acido citrico, pectina, ecc), indicati obbligatoriamente in etichetta, sono compatibili con il metodo di produzione biologico.
Inserendo negli appositi spazi il nome degli additivi alimentari contenuti nel prodotto bio acquistato, Icea Check Food li divide, in “buoni” e “cattivi”.
I “buoni”, visualizzati in verde, sono ammessi dal Reg. CE 834/07 per la produzione biologica.
Tutti gli altri, evidenziati in rosso, pur essendo a norma di legge, vengono evitati dalle aziende più sensibili ai bisogni dei consumatori. Esiste anche un gruppo intermedio, il giallo: vi rientrano quegli additivi che possono essere considerati bio a seconda se interagiscono con prodotti di origine animale o con prodotti di origine vegetale (occorrerà, quindi, specificare quale categoria di prodotto si sta considerando).Il programma, oltre a suggerire i nomi degli additivi corrispondenti alle prime lettere indicate, accetta anche la nomenclatura europea (es. E330 = acido citrico).
Il software è aggiornato alle ultime novità introdotte dal nuovo REG. CE 834/2007.
ICEA Cosmetic Check riconosce ognuna delle quasi 9000 sostanze, in costante aggiornamento, registrate nell’inventario europeo degli ingredienti utilizzabili dall’industria cosmetica (Inci).
Per facilitare l’inserimento ed evitare errori di trascrizione è il programma stesso a suggerire i nomi degli ingredienti corrispondenti alle prime lettere digitate.
Quando si dà il via al processo di valutazione, ICEA Cosmetic check divide gli ingredienti inseriti in “buoni” e “cattivi”.
I “buoni”, visualizzati in verde, sono quelli eco e dermocompatibili, che non contengono Ogm né sostanze chimiche di sintesi, non sono tossici, né producono effetti indesiderati sul corpo umano. Fanno cioè parte delle circa 3.500 sostanze ammesse dai criteri della certificazione Bio-ecocosmetica, definiti da Aiab, l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica, insieme a produttori, centri universitari e consumatori. Tutti gli altri, evidenziati in rosso, sono quelli che, pur essendo a norma di legge, non vengono adottati dalle aziende più sensibili ai bisogni dei consumatore (petrolio, petrolati, parabeni eccetera).