Un saggio che cerca di chiarire i dubbi sulla sostenibilità e il turismo, al di là della retorica, con metodo analitico e critico chiarisce le sfide, i vantaggi e i limiti di un fenomeno su cui si discute molto ma su cui si fa ancora confusione Dopo l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ieri anche dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca è stato presentato il volume “Turismo Sostenibile”, Retorica e pratiche (edito da Aracne Editrice) a cura di Alfonso Pecoraro Scanio, docente di entrambi gli atenei dove insegna Turismo e Sostenibilità, con i contributi di esperti nel settore.
Il libro è stato pubblicato poco prima del nuovo anno, il 2017, che è stato dichiarato dalle Nazioni Unite l’Anno Internazionale del Turismo Sostenibile. All’incontro, oltre al curatore del volume Alfonso Pecoraro Scanio, hanno partecipato: Paolo Cherubini, Pro rettore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca; Chema Basterrechea, Amministratore delegato NH Hotel Group Italia; Matilde Ferretto, Coordinatrice Laurea Magistrale Turismo, territorio, sviluppo locale, Università degli Studi di Milano-Bicocca; Giampaolo Nuvolati, Direttore Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca e Elena Dell’Agnese, Vicepresidente International Geographical Union (IGU).
Aprendo i lavori Elena Dell’Agnese ha osservato: «Questo libro, con contributi italiani e internazionali di grande qualità, rappresenta un importante testo su un tema che sarà sempre più d’attualità in vista del prossimo anno dichiarato dall’ONU come Anno internazionale del turismo sostenibile».
«Il libro del prof. Pecoraro Scanio – ha spiegato Paolo Cherubini nel suo intervento – è uno stimolo per i nostri studenti a guardare al futuro perché la sfida della sostenibilità riguarderà proprio questo settore. Siamo orgogliosi come ateneo, che nel 2018 festeggerà i primi 20 anni, di avere investito da anni su questo tipo di formazione nel campo del turismo».
«L’Italia – ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio – deve investire in una strategia turistica improntata alla sostenibilità e all’innovazione. Deve saper puntare non solo sul turismo culturale, ma anche sul grande patrimonio naturale, di cui ha il record in Europa, ed agroalimentare. Occorre coerenza tra le tante parole spese sulla centralità del turismo e i provvedimenti concreti che mancano. Il settore turistico cresce sempre più a livello internazionale e deve dare, come chiede l’ONU, il suo contributo nella lotta al cambiamento climatico».
«Alle aziende, la sostenibilità vera conviene – spiega Chema Basterrechea durante la presentazione – perché significa evitare sprechi ed errori, investire qualcosa in più oggi permetterà poi di risparmiare in breve tempo. L’Italia ha grandi capacità e potenzialità nel turismo e ringrazio il prof Pecoraro Scanio per averci fatto conoscere il buon lavoro svolto dall’Università degli Suidi di Milano – Bicocca».
Il direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Giampaolo Nuvolati ha sottolineato: «Credo che sempre più si sta recuperando la figura del viaggiatore che vuole essere più che un semplice turista e comprendere le realtà sociali dei posti che visita. La sostenibilità può aiutare anche questo percorso di conoscenza».
Per Matilde Ferretto: «Il turismo sostenibile è improntato ad un principio di responsabilità e il nostro corso di laurea magistrale punta a formare dei professionisti nella pianificazione di sviluppo territoriale sostenibile. Questo testo aiuta proprio ad analizzare questi aspetti di sostenibilità».
SINTESI DEL LIBRO
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Il turismo, si legge nel volume, è importante per promuovere lo sviluppo, ma anche per “far crescere una migliore intercomprensione fra i popoli, aiutandoli ad avere una maggiore consapevolezza della ricchezza dell’Heritage delle diverse civiltà e dei loro valori culturali, e in questo modo rafforzare la pace nel mondo”. Già nel 2012, la Conferenza Rio+20 su “sviluppo sostenibile” aveva inserito il turismo sostenibile e l’“ecoturismo” tra le priorità nella lotta ai cambiamenti climatici. Analogamente, su scala nazionale, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo italiano, nel 2015 ha avviato gli “Stati Generali per il Turismo Sostenibile”. Tuttavia, come si legge nel testo, al di là di queste dichiarazioni di intenti a livello istituzionale, capire cosa si intenda davvero quando si parla di turismo sostenibile non è facile e neppure immediato. Si fa ancora troppa confusione e si sovrappone l’idea di sostenibilità a quella di natura, come se un turismo a base “naturalistica” o una pratica turistica all’interno di un parco naturale debbano essere necessariamente considerati sostenibili.
Non solo i fruitori ma gli stessi operatori non sono in grado di distinguere il concetto di turismo sostenibile da quello di “ecoturismo” e perfino da quello di “nature based tourism” (traducibile nella lingua italiana come turismo naturalistico o turismo natura). Di fronte ad un fenomeno di cui si discute molto ma su cui c’è poca corrispondenza tra parole ed efficacia, tra retorica e pratiche, come indicato anche dal sottotitolo del saggio, il volume cerca di far capire ai lettori quali siano, effettivamente, le buone pratiche del turismo sostenibile grazie anche al contributo di esperti, docenti, ricercatori e consiglieri internazionali. Un saggio che partendo da una visione accademica, affronta con metodo analitico e critico la sostenibilità e la responsabilità del turismo. Dalla questione dei limiti alla crescita dello sviluppo turistico al dibattito su come il turismo in futuro possa essere inserito nell’agenda globale della riduzione della povertà, non dimenticando di sottolineare come l’obiettivo di formulare delle responsabilità in ambito turistico sembra, almeno per il momento, un vero fallimento.
Nelle pagine sono pubblicati anche i dati del rapporto annuale che ogni anno viene realizzato da IPR Marketing e Fondazione UniVerde: “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo” che mostrano come sebbene la consapevolezza nei confronti del turismo sostenibile cresca c’è ancora incertezza sulle pratiche di sostenibilità e sul suo vero significato. Una vera e propria guida tra le tante definizioni disponibili di “turismo sostenibile” che aiuta anche a saper distinguere le azioni realmente “green” da quelle di “green washing” e a scoprire che la relazione tra turismo di lusso e sostenibilità, anche se in apparenza non è scontata, si fonda su molteplici punti. Nel testo vengono riportate valide alternative alle forme commerciali di turismo tradizionale come il turismo politico in Messico e quello urbano partecipativo in Francia. L’Italia, si legge nel testo, è un “museo diffuso” ed è necessario pensare strategicamente come organizzare grandi flussi turistici in entrata sviluppando un modello che porti ad una crescita compatibile con la fregilità del nostro sistema, fatto di città d’arte e aree interne ricche di un patrimonio poco conosciuto da tutelare per mantenere la bellezza e la sua autenticità. Ogni parco italiano è fatto di natura e tradizioni, di modelli produttivi e insediativi diversi, di borghi e piccole città. Bisogna imparare a guardare il proprio paesaggio, e tramite il paesaggio, il proprio territorio, che sarà così valorizzato e reso più bello agli occhi del visitatore e del turista.