Il bio è quasi legge. Dodici anni di attesa

Approda al Senato la proposta di legge sullo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico, dopo la discussa approvazione alla Camera dei Deputati del 9 febbraio scorso. L’iter di approvazione a Montecitorio è stato, infatti, alquanto controverso per la temuta equiparazione tra agricoltura biologica e biodinamica, che ha sollevato numerose contrarietà.

Per agricoltura biologica si intende, infatti, un metodo di coltivazione che non ammette l’impiego di sostanze chimiche di sintesi, mentre, le pratiche di coltivazione biodinamica, pur partendo dallo stesso presupposto, lo ampliano in chiave antropologica e filosofica. L’agricoltura è vista come mezzo e fine del raggiungimento dell’equilibrio tra l’uomo e l’ecosistema terrestre, per cui i suoi dettami vengono considerati pseudoscientifici.

Con l’approvazione di due emendamenti, l’Aula ha di fatto stralciato gli aspetti legati all’agricoltura biodinamica, che nei mesi scorsi era stata al centro di varie polemiche e di interventi di voci autorevoli, che avevano espresso la loro contrarietà, come quelli della senatrice a vita Elena Cattaneo e del premio Nobel Giorgio Parisi. In seguito alla modifica approvata, il provvedimento dovrà tornare nuovamente in Senato per un’ulteriore quarta lettura.

L’approvazione finale della legge sul bio, attesa da oltre dodici anni, sembra ormai avvicinarsi e  dovrebbe aiutare un settore che si calcola valga quasi 5 miliardi di euro, con 70 mila imprese e che attualmente interessa in Italia il 15,2% della superficie coltivata: un dato superiore alla media europea e che registra tassi di crescita importanti.

Cosa prevede la riorganizzazione della legge sul bio

La nuova disciplina dovrebbe prevedere una riorganizzazione del sistema delle autorità nazionali, locali e degli organismi competenti, dei distretti biologici, della produzione e del mercato, compresa l’aggregazione tra i produttori e gli altri soggetti della filiera. Sono previste anche misure per  la salvaguardia, la promozione e lo sviluppo della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico, compresa la semplificazione amministrativa, i mezzi finanziari per il sostegno alla ricerca e alle iniziative per lo sviluppo della produzione biologica, la realizzazione di campagne di informazione e di comunicazione istituzionale, nonché la promozione dell’utilizzo di prodotti ottenuti con il metodo biologico da parte degli enti pubblici e delle istituzioni. Infine è previsto l’uso di un marchio nazionale che contraddistingua i prodotti ottenuti con il metodo biologico, realizzati con materie prime coltivate o allevate in Italia.

di Elena Sofia Midena

L’ultimo articolo ENEA misura la febbre del mare: cattive notizie