Il commercio equo fatica, urgenti i provvedimenti

Il 12 maggio 2018 si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Commercio Equo e Solidale.
Per l’occasione, a Bologna il 28 aprile alle 10.30, alla Fiera Terra Equa 2018, verrà presentato il Rapporto Annuale di Equo Garantito, con tutti i numeri del Commercio Equo italiano e le prossime sfide da affrontare a partire dalla nuova legge sul settore che ancora si attende.
Il Commercio Equo Italiano farà il proprio bilancio di attività e numeri attraverso la lente di ingrandimento che Equo Garantito utilizza per monitorare i propri membri che rappresentano una larga parte del settore nazionale.

L’equo e solidale, o fair trade, è una modalità di commercio tra i produttori del Sud del mondo e i consumatori del Nord, che permette uno sviluppo sostenibile complessivo attraverso condizioni economiche vantaggiose, proteggendo i diritti dei lavoratori. Garantisce ai piccoli imprenditori un accesso diretto e migliore al mercato, favorendo il passaggio dalla precarietà all’autosufficienza economica, attraverso il pagamento di un prezzo equo; rafforza il ruolo dei produttori e dei lavoratori come protagonisti nelle organizzazioni in cui operano; promuove le pari opportunità di lavoro; agisce, anche a livello politico e culturale, per raggiungere una maggiore equità nelle regole e nelle pratiche del commercio internazionale.

Cosa trovare nelle Botteghe? Zucchero, caffè, miele, marmellata, cioccolata, cereali, spezie, pasta, vino, biscotti, sott’oli ma anche oggettistica per la casa e tessile, abbigliamento e cosmesi.
In questi ultimi due anni, dopo un lungo periodo di trend positivo il commercio giusto ha cominciato a risentire della crisi o forse di un sistema che dà poca visibilità ad un settore che potrebbe invece essere una miniera d’oro per un’economia in recessione che ha bisogno di una boccata di aria fresca e di un modo diverso e più attento di fare acquisti. Se pensiamo che molte botteghe sono gestite da volontari già capiamo quanta poca liquidità e importanza è a disposizione di un mondo diverso dove fare acquisti.
Solo a Roma, una delle principali realtà del Commercio Equo, ovvero Altromercato, ha chiuso tre punti vendita in poco tempo. Tengono meglio a Milano i circuiti Chico Mendez, Mondi Possibili e Nazca Mondoalegre.

Il Commercio Equo è in un momento di stallo e ha necessità di essere riorganizzato e sostenuto per poter ampliare la clientela, composta soprattutto da persone che riempiono il carrello solo nei supermercati complice la fretta che affligge noi tutti ma complice anche quella perdita di interesse per la cucina genuina e ben fatta a casa. Finiremo come in America dove la classe medio bassa vive spesso in appartamenti (o motel) privi di cucina ed è costretta all’uso smodato di tremendi pasti da take-away e dove solo i ricchi si permettono di fare le spese in “organic food shop” posti su strada soprattutto perché comprare biologico (e spesso italiano) è cool. Ma noi non vogliamo un mondo chic vogliamo un mondo dove a tutti è data la possibilità di conoscere la filiera e comprare cibo buono per la salute e la Terra.

di Marzia Fiordaliso