La tappa di questo mese riguarda un pane e un viaggio che ho conosciuto grazie a Be a Meraviglia, challenge, a cura di Marketing Toys e Beople. Sono progetti turistici che intendono veicolare la bellezza dei propri luoghi d’origine. Stiamo parlando di una sfida che ha aiutato nei mesi scorsi, attraverso dei tavoli di lavoro e un cammino fatto insieme, nove idee (a cura di nove relativi gruppi di lavoro iscritti) per poi decretare un vincitore (e quest’anno li ho conosciuti in anteprima perché membro di giuria).
Ho incontrato così il progetto vincitore, proposto da Udine Chiavi In Mano, una rete d’imprese che intende promuovere il turismo locale e si orienta verso una soluzione attenta ad ambiente e sostenibilità, oltre che all’enogastronomia. Sono infatti topic forti questi che influenzano sempre di più le scelte turistiche.
Il turismo enogastronomico infatti cresce e per non rischiare appiattimenti del valore Udine Chiavi in Mano propone il Progetto Pancôr, vincitore, che vuole recuperare la tradizione, il rapporto con la natura, la lentezza e la rinascita dei boschi valorizzandone le risorse.
Le risorse del bosco e il pane
Da qui nasceva infatti l’idea di utilizzare le cortecce interne degli abeti devastati dalla tempesta del Vaia, trasformati in farine che recuperano antiche ricette friulane di sussistenza. E con quelle farine si produce un pane, per l’appunto il Pancôr, degustato in abbinamento con pregiati prodotti locali, rigorosamente stagionali.
L’esperienza offerta ai turisti (e non solo) parte da un’azione di foraging nel bosco, che consiste nella ricerca e nel riconoscimento delle materie prime raccolte a mano nelle tipiche gerle, a cui segue la degustazione. E se si arriva a Udine in treno o in bicicletta il prezzo è speciale.
Alle spalle di questo progetto c’è lo chef Stefano Basello, con la sua struttura ricettiva, particolarmente convinto dell’importanza di questo pane simbolico che ha creato e dell’uso delle erbe che il bosco offre, un tempo raccolte e utilizzate normalmente nella cucina contadina.
Oggi è ispirante recuperare questi saperi proprio perché parte integrante delle tradizioni di un luogo ma che rischiano di disperdersi ed esser dimenticate. Proporre questo anche ai turisti significa svolgere un’azione educante che sicuramente sarà memorabile e ricca di emozioni.
di Irene Ivoi – EcoDesigner
Credits Udine Chiavi in Mano Foto di Fabrice Gallina