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Inquinamento jet privati, attivisti bloccano l’aeroporto di Linate

Nella mattinata di ieri giovedì 10 novembre alcuni attivisti green hanno bloccato l’accesso ai jet privati all’aeroporto di Linate. L’azione è stata indicata come protesta contro l’inquinamento ambientale che questi mezzi di trasporto provocano.

Il bliz cominciato verso le 13 ha coinvolto circa quindici attivisti di Scientist Rebellion e Extinction Rebellion che, con il supporto anche di Ultima Generazione, si sono incatenati per impedire l’ingresso delle auto che trasportano chi si deve recarsi all’imbarco dei jet privati.

Inquinamento jet privati: Linate bloccata dagli attivisti

Con lo slogan “stop ai jet dei ricchi” una quindicina di attivisti hanno reso impossibile l’accesso al Milano Linate Prime, l’area dell’aeroporto di Linate a Milano riservato ai voli privati. Gli attivisti sono in allarme dopo che la WINGX Advance, una società di ricerca e consulenza che produce informazioni di mercato sul settore dell’aviazione commerciale, ha calcolato che nel 2021 le partenze dei jet privati in Italia sono state ben 55.000.

Secondo anche quanto dichiarato dagli attivisti stessi e secondo i dati di Transport and Environment, la principale ONG europea che si batte per trasporti più puliti, in quattro ore di volo, questi aerei emettono la stessa quantità di gas serra emessa dal cittadino medio nel mondo in un anno intero. Intanto durante la rimostranza nel terminal hanno azionato l’allarme antincendio e dopo l’arrivo della polizia, alcuni sono stati accompagnati in questura per essere identificati.

La protesta non ha coinvolto solo Linate ma anche altri aeroporti per voli privati di altri 11 paesi europei:

  • Ibiza;
  • Berlino;
  • Stoccolma;
  • Farnborough.

Cosa chiedono gli attivisti di Extinction Rebellion

La richiesta dei manifestanti a Linate è di:

Mettere immediatamente al bando tutti i jet privati e introdurre una tassa progressiva sui viaggiatori d’aereo frequenti (frequent flyers) e di un sistema di tassazione globale che gravi sulle élite economiche per finanziare la transizione ecologica dei Paesi più colpiti dall’emergenza climatica.

Come ha spiegato una delle attiviste di Extinction Rebellion:

Solo il 35% dei voli privati si effettua per ragioni di lavoro, il resto è per svago. Più in generale l’1% più ricco del mondo produce più del doppio delle emissioni, rispetto al 50% più povero. Imporre ai più ricchi di frenare i propri consumi più inquinanti non è solo un’istanza morale, ma è anche necessario per avviare una rapida decarbonizzazione.