Intervista a Donatella Bianchi, Presidente Wwf Italia e giornalista tv

Intervista a Donatella Bianchi, Presidente Wwf Italia e giornalista tv, pubblicata nelle Guide Eco in città

1) Come si concilia la scelta di una vita il più possibile “a impatto zero” con le comode e cattive abitudini acquisite, tipiche dei nostri tempi? Si può vivere in armonia col sistema natura anche senza compiere scelte estreme?

Non solo si può, ma si deve! Senza la natura e la biodiversità non può esistere il nostro benessere e il nostro sviluppo. Altrimenti veicoliamo un messaggio fuorviante, che la sostenibilità sia un affare per pochi, o peggio, per chi sia disposto a scelte estreme. Invece deve diventare il nostro pane quotidiano, è semplice e pure… conveniente. Penso che per creare nei giovani una nuova consapevolezza della natura occorra coinvolgerli fin da piccoli in programmi scolastici che li trasformino da “nativi digitali” in “nativi ambientali”. Persone che rispettano il Pianeta non per convenzione, ma per convinzione. I miei figli hanno imparato ad apprezzare il valore dell’ambiente condividendo con me molti viaggi: prediligono una vita bio, sono scrupolosissimi nel fare la raccolta differenziata e spesso sono loro ad insegnarmi delle cose.

2) Gli orti urbani sono molto diffusi nelle metropoli europee, ma stentano ad affermarsi nelle nostre città. In che cosa, principalmente, individua la loro utilità?

Il WWF ha promosso specifiche iniziative per la diffusione degli orti urbani in Italia (www.oneplanetfood.info). Zappare e coltivare è bello, e non solo per il cibo fresco, biologico e a Km zero: la diffusione di orti urbani connette “natura a natura”, incrementa la biodiversità in città che è una vera sfida del futuro visto che già ora la popolazione che vive in zone urbane, nel mondo, ha sorpassato quella che vive in zone rurali e aiuta i servizi ecosistemici recuperando un rapporto con la terra ormai dimenticato. Vorrei citare le esperienze positive di Napoli (l’orto a casa vostra, per incentivare le piccole coltivazioni in terrazzi e balconi e nell’Oasi WWF di Ripa Bianca di Jesi, nelle Marche, dove i “nonni”, rigorosamente over 60, che gestiscono e coltivano un orto, si incontrano periodicamente con i ragazzi delle scuole, promuovendo uno scambio generazionale che ha un grande valore.

3) Quali misure ritiene sia urgente promuovere per offrire un futuro sostenibile ai nostri mari?

La parola chiave deve essere consapevolezza. Il Mare Nostrum è un mare molto piccolo, ma ha un tale potenziale in termini di biodiversità che va assolutamente preservato. Vi nuotano le balenottere comuni (il secondo più grande cetaceo al mondo dopo la balenottera azzurra), le tartarughe e i delfini. E sott’acqua, non dimentichiamolo, c’è la foresta di poseidonia, che fornisce ossigeno, esattamente come l’Amazzonia. Ma c’è anche tanta plastica (spesso ridotta in micidiali microplastiche che entrano nelle catene alimentari) e numerosi altri veleni, in quantità preoccupanti. Ecco, dobbiamo avere, nei confronti del mare e delle sue risorse, l’approccio consapevole che si ha di fronte ad una grande risorsa, ad un grande valore. Sono sempre rimasta sorpresa, in questi anni, dall’indifferenza dei decisori pubblici nei confronti del mare. Abbiamo fatto molti passi avanti, vent’anni fa quando siamo partiti con la trasmissione Linea Blu: pensare di mettere sulla stessa barca un pescatore e un ambientalista era impossibile, oggi la sensibilità è sicuramente cresciuta, grazie anche al lavoro delle associazioni ecologiste. Ma la politica è rimasta lontana e indifferente. Eppure stiamo parlando del nostro futuro e della nostra sopravvivenza!