Intervista a Emilio Misuriello, Amministratore Delegato di Esri Italia, di Massimiliano Pontillo, Direttore Eco in città

Emilio Misuriello è Amministratore Delegato di Esri Italia. Si è formato come architetto al Politecnico di Torino, e ha una lunghissima esperienza nel settore delle tecnologie GIS. Ha condotto importanti progetti per la Pubblica Amministrazione in Italia, principalmente per il Comune di Milano, la Regione Lombardia e la Regione Piemonte. Ha maturato una significativa esperienza nell’ambito dell’e-government, della progettazione europea e del marketing.
Come imprenditore è impegnato in progetti di co-working e co-housing. E’ stato Presidente di GisItalia, CEO di ISE-Net (startup del Politecnico di Torino), e Presidente di MapSAT.

L’INTERVISTA

1 Esri Italia è l’azienda leader nelle soluzioni geospaziali. Può indicarci, in sintesi, gli obiettivi?

Gli obiettivi dell’azienda sono, da sempre, quelli di promuovere una tecnologia fondamentale per “governare” le dinamiche territoriali e per conoscere approfonditamente il territorio in cui viviamo. Certamente rispetto agli anni ‘90 oggi c’è una maggiore consapevolezza sul fondamentale contributo che questa tecnologia può dare. Oggi è normale consultare le mappe digitali o avvalersi dei navigatori e tutto questo lo dobbiamo ai pionieri di queste tecnologie, tra cui uno dei più illustri è proprio il fondatore di Esri Jack Dangermond.

2 A chi è rivolta principalmente la Vostra offerta di prodotti e servizi?

La conoscenza delle dinamiche territoriali è trasversale a tutti i settori, oggi si integra nell’IOT come nell’AI, è fondamentale per fare analitycs e di base per costruire le Smart Cities. Quindi i settori interessati sono l’Amministrazione pubblica, locale e centrale, la Difesa e l’Intelligence, i Trasporti, la Logistica, la gestione delle reti tecnologiche, senza dimenticare il Marketing e la Statistica. Oggi le tecnologie geografiche sono diventate uno strumento importantissimo nell’ambito dell’Health Care, basti pensare a come siano state fondamentali per individuare e seguire la diffusione del virus. Tutte le mappe e le dashboard, su sfondo nero con i pallini rossi, della Johns Hopkins University e della Protezione Civile Italiana, che sono rimaste nella memoria collettiva, sono state realizzate su piattaforma Esri. Uno dei nostri slogan è “We See What Others Can’t”, e cosa è più invisibile di un virus?

3 L’azienda, a livello internazionale, si presenta come una Company che collabora con le migliori imprese del settore. Vuole descriverci il Network?

La Esri è presente in tutto il mondo ma ha una particolarità, in alcuni Paesi si presenta come una Joint Venture con una impresa locale: non fa eccezione l’Italia dove l’imprenditore è l’Ing. Bruno Ratti, con la sua famiglia. La nostra tecnologia è presente in tutte le città, in Italia citiamo il Comune di Milano, le Regioni, tra le quali la più rappresentativa è la Regione Lombardia. Poi collaboriamo con la Difesa e grandi aziende come Eni, Ferrovie dello Stato, Aeroporti di Roma e Multiutility come Acea o A2A, solo per citarne alcune e dare l’idea di quanto sia trasversale la nostra tecnologia.

4 “The Science of Where” è il vostro brand: che ruolo hanno l’ambiente e la responsabilità sociale nella mission di Esri Italia?
Hanno un ruolo molto importante e fondamentale, l’ambiente e il territorio sono un tema imprescindibile e da sempre sia Esri sia Esri Italia sostengono le iniziative in questo ambito. Non è un caso che Esri sia partner di National Geographic come di molte altre associazioni impegnate nell’ambiente che comprendono l’importanza della nostra tecnologia per tutelare il mondo in cui viviamo.

5 Quanto è importante investire in ricerca e sviluppo tecnologico?
La tecnologia sarà uno strumento fondamentale per affrontare il futuro. Pensiamo ai cambiamenti climatici, al governo delle megalopoli, a una popolazione mondiale in continua crescita, alla salute, alla mobilità, alle avventure della conquista dello spazio, temi affascinanti che non si possono affrontare senza una continua ricerca della conoscenza e senza la tecnologia. Tutto questo deve coniugarsi con l’uomo ed è per questo che abbiamo promosso un manifesto sulla Società 5.0, per integrare lo sviluppo tecnologico con quello della società.

6 A che punto siamo, oggi, con le Smart Cities?

Le Smart Cities hanno dimostrato tutta la loro debolezza nella lotta al Covid- 19. Sono state poco reattive, hanno mostrato una scarsa coesione, avrebbero potuto fare molto meglio nel trasporto, nella logistica, nel supporto alle fasce deboli, nei servizi e per la connessione, per le scuole. Hanno mostrato che c’è moltissima strada ancora da fare, molte sono le risorse da investire nel futuro.

7 L’emergenza sanitaria che fotografia ci ha dato rispetto alla “resilienza digitale urbana”?

Indubbiamente la “resilienza digitale urbana” ha dato risposte in alcune città, ma solo in parte; tuttavia alcune amministrazioni hanno da subito compreso come il digitale sia fondamentale per rispondere efficientemente alle richieste dei cittadini. Alcuni amministratori di importanti città hanno fatto un lavoro “silente” ma fondamentale e importantissimo e li ringrazio per il loro operato. Non hanno avuto riconoscimenti come è stato fatto al personale sanitario ma ci tengo a ringraziarli per il lavoro svolto.

8 Vuole raccontarci, in poche righe, l’esperienza della Geoknowledge Foundation?
Esri Italia ha da alcuni anni una Fondazione, direttamente seguita dalla famiglia Ratti, che opera attivamente nella promozione e nel supporto delle attività per lo sviluppo della geo conoscenza e ha sostenuto e sostiene diverse iniziative sociali che implicano l’applicazione e l’uso delle nostre tecnologie. È un modo per dare un contributo tangibile di una missione aziendale che vuole andare oltre al profitto. L’esperienza è molto positiva e ci ha dato grandi soddisfazioni.

#smartcity #innovazionetecnologica #soluzionigeospaziali #resilienzadigitale #società5.0 #scienceofwhere #territori #intelligenzaartificiale