Intervista a Gian Luca Galletti, Vice Presidente Emil Banca

Bolognese, ha rivestito la carica di Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dal 2014 al 2018. Attualmente ricopre il ruolo di Vice Presidente di Emil Banca e ne guida il Comitato Sostenibilità, costituito per meglio presidiare le tematiche attinenti la sostenibilità e la responsabilità sociale e ambientale della Banca.

1) Secondo Lei, anche dal suo osservatorio di ex Ministro dell’Ambiente, a che punto siamo in Italia con lo sviluppo sostenibile?

Molto è stato fatto ma moltissimo dobbiamo ancora fare. Tra le cose attuate penso agli obiettivi di Kyoto 2020, che il nostro Paese ha raggiunto con tre anni di anticipo, o allo sforzo sulle rinnovabili, che oggi ci ha portato ad essere leader in Europa per la produzione di energia pulita. Ma se penso al futuro, mi vengono i brividi: il percorso che abbiamo davanti è in salita, oggi serve un deciso cambio culturale, di abitudini, e non solo nell’economia. A differenza di qualche lustro fa, fortunatamente oggi c’è più consapevolezza della necessità di virare verso un sistema più sostenibile, sia nel mondo economico che in quello sociale e tra i cittadini.

2) Crede quindi che riusciremo a vincere questa sfida?

Sono ottimista, anche se il lavoro da fare è tanto, sia a livello nazionale che locale. Dallo sviluppo dell’economia circolare, alla mobilità elettrica o all’efficientamento energetico.

3) Perché Emil Banca ha scelto di agire in linea con i 17 goals, dettati dall’ONU?

Emil Banca ha la sostenibilità nel proprio Dna. È una banca che nasce nel territorio e per il territorio, con cui opera in perfetta sinergia. Il modo di fare banca del Credito Cooperativo, di cui Emil Banca è un esempio tra i più significativi, mette al centro dei propri interessi le persone, non il profitto. Ed è lo stesso principio da cui è partita l’Agenda Onu 2030, alla cui approvazione peraltro ero presente.

4) In che modo Emil Banca agisce seguendo l’Agenda ONU?

Prima di tutto, e da sempre, investiamo tempo e risorse per avere una forte presenza sociale nelle comunità di cui facciamo parte. Inoltre, da qualche anno, è stato attivato all’interno del Cda un Comitato di Sostenibilità che, agendo di concerto con la Direzione, studia le linee che andranno poi ad incidere sul nostro piano industriale mettendo al centro dell’attenzione la difesa dell’ambiente e lo sviluppo economico sostenibile, ma anche culturale, del territorio in cui operiamo.

5) Il bando “Abbiamo un cuore in Comune” è un invito di Emil Banca a tutti i Comuni dell’Emilia nel mobilitarsi per uno sviluppo sostenibile, ad abbracciare tutte le “biodiversità” in termini di tesori ed unicità che ciascuno di loro possiede e di riconoscersi al contempo come parte di una comunità più ampia. Ci può illustrare finalità e modalità di svolgimento di questo progetto? Quali sono le tappe e quali gli outcome attesi ed auspicati?

Rispetto all’Agenda Onu 2030 i Comuni hanno un ruolo fondamentale: molti dei 17 goals, infatti, riguardano competenze locali e saranno proprio le Amministrazioni comunali che dovranno tradurre in atti concreti seguendo quelle che saranno le linee programmatiche nazionali. Per questo abbiamo inserito in questo progetto, che punta a far crescere il turismo slow e di prossimità, una menzione speciale per tutte quelle le realtà che dimostreranno concretamente di avere messo in piedi azioni che puntano ad uno sviluppo sostenibile del proprio territorio.

6) In chiusura: cosa possiamo fare, quali azioni bisognerà intraprendere per contribuire ad una gestione ed impiego ottimale dei fondi del Next Generation EU?

Gran parte dei fondi europei dovranno esser investiti per rendere il nostro Pese più sostenibile. Sarà principalmente un processo culturale lungo il quale dovremo guidare e accompagnare le aziende. Ma allo stesso tempo va recuperato il gap nei settori in cui siamo rimasti più indietro. Penso soprattutto agli interventi per la messa in sicurezza del territorio, dal punto di visita idrogeologico, e al tema della mobilità, favorendo il trasporto pubblico riqualificandolo con mezzi eco compatibili.

Intervista di Massimiliano Pontillo, Direttore Eco in città e Samir de Chadarevian, Comitato Festival Sviluppo Sostenibile di Parma