Intervista a Luca Ruini, Presidente CONAI

Luca Ruini è Presidente di CONAI da luglio 2020.
Emiliano d’adozione, 56 anni, è già stato membro del Consiglio di Amministrazione CONAI dal 2002 al 2008 e dal 2011 al 2017, operando su tutti i tavoli coinvolti nella definizione del sistema italiano di gestione del Packaging Waste e guidando il Gruppo di lavoro Prevenzione.
Laureato in Ingegneria elettronica all’Università di Bologna con indirizzo microelettronico-gestionale, dal 2008 è Direttore Sicurezza, Ambiente & Energia del Gruppo Barilla.

CONAI è un Consorzio privato senza fini di lucro che costituisce in Italia lo strumento attraverso il quale i produttori e gli utilizzatori di imballaggi garantiscono il raggiungimento degli obiettivi di riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio previsti dalla legge.

1) Il CONAI nasce sulla base del Decreto Ronchi nel 1997: ci vuole dare una fotografia attuale del Consorzio?

Stiamo parlando di un Consorzio senza fini di lucro, costituito da produttori e utilizzatori di imballaggi, nato per perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo degli imballaggi previsti dalla legislazione europea. CONAI, quindi, rappresenta in Italia un modello di gestione da parte dei privati di un interesse di natura pubblica: la tutela ambientale, in un’ottica di responsabilità condivisa tra imprese, pubblica amministrazione e cittadini. Al sistema consortile aderiscono oggi circa 800.000 imprese: i consorziati versano un contributo ambientale che rappresenta la forma di finanziamento grazie al quale CONAI sostiene gli oneri economici necessari al raggiungimento degli obiettivi di legge di riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio. E la scelta dei criteri di gestione consortile ha permesso di arrivare a un rapporto costi-risultati tra i più efficienti in Europa. Il sistema consortile garantisce infatti ai cittadini che i materiali provenienti dalla raccolta differenziata trovino nuova vita attraverso corretti processi di recupero e riciclo, indirizzando l’attività e garantendo i risultati di recupero dei sei Consorzi dei materiali: RICREA per l’acciaio, CIAL per l’alluminio, COMIECO per carta e cartone, RILEGNO per il legno, COREPLA per la plastica e COREVE per il vetro.

2) L’Europa ci impone alcuni obiettivi di riciclo degli imballaggi al 2025: quali risultati ha ottenuto il nostro Paese nel 2019, e cosa ci aspettiamo per l’anno in corso?

Nel corso del 2019 in Italia è stato avviato a riciclo il 70% dei rifiuti di imballaggio: un totale di 9 milioni e 560mila tonnellate sui 13 milioni e 655mila immessi al consumo. Una crescita trainata essenzialmente da un aumento del 6,2% nel riciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta urbana. Se alle cifre del riciclo si sommano quelle del recupero energetico, i numeri lievitano: le tonnellate di rifiuti di imballaggio recuperate superano gli 11 milioni, quasi l’81% dell’immesso al consumo. Più di quattro imballaggi su cinque, insomma, evitano di finire in discarica. Il sistema nel suo complesso ha già superato gli obiettivi di riciclo che l’Europa chiede entro il 2025, ossia un 65% generale. Anche i risultati per i sei materiali di imballaggio che CONAI gestisce sono molto positivi: per quasi tutti gli obiettivi al 2025 sono stati superati. Manca solo la plastica, che però resta indietro di pochi punti percentuali, serenamente recuperabili nel corso dei prossimi cinque anni. Quanto al 2020, è inutile dire che stiamo parlando di un anno pesantemente segnato dall’emergenza sanitaria. Prevediamo si chiuderà con una riduzione significativa degli imballaggi immessi sul mercato nazionale, ma allo stesso tempo che il rapporto tra imballaggi avviati a riciclo e il totale di quelli immessi al consumo crescerà di un punto percentuale: il tasso di riciclo dovrebbe raggiungere il 71%.

3) Quali sono i benefici ambientali, e quindi anche sanitari, di un corretto recupero e riciclo?

L’Italia è un Paese piuttosto povero di materie prime, e il riciclo aiuta in prima battuta a sfruttare al meglio le risorse estratte e a massimizzarne l’utilizzo, prima di prelevarne altre dai nostri territori. Abbiamo appena presentato il nostro Report di sostenibilità, e i suoi numeri fanno riflettere. I benefici diretti dell’attività del Sistema CONAI in Italia, nel 2019, hanno superato il miliardo di euro in valore economico: la materia recuperata grazie al riciclo vale 402 milioni di euro, l’energia prodotta da recupero energetico raggiunge i 27 milioni di euro e l’indotto economico generato dalla filiera è di 592 milioni di euro. Il risparmio di materia prima vergine è stato pari al peso di 440 torri Eiffel: 4 milioni e 469mila tonnellate. E non dimentichiamo come il riciclo degli imballaggi derivato dalla gestione CONAI abbia permesso di risparmiare anche quasi 23 terawattora di energia primaria, ossia il consumo elettrico medio annuo di 6 milioni di famiglie italiane.

4) Ci racconta quali rimangono ancora le criticità da affrontare e risolvere?

È necessario potenziare le tecnologie per il riciclo: serve investire in ricerca e sviluppo per trovare nuove strade che consentano di avviare a riciclo anche quelle frazioni che non è possibile riciclare allo stato delle tecnologie attuali. Ed è urgente colmare il deficit impiantistico di molte Regioni del Centro-Sud, dove la carenza di impianti per i rifiuti inizia ad essere allarmate: i cittadini di un’area geografica possono essere incredibilmente virtuosi nel fare la raccolta differenziata, ma dove mettere tutti quei rifiuti ben differenziati, se non ci sono impianti per trattarli e riciclarli? Non

dimentichiamo però che sarebbe utile promuovere, attraverso incentivi fiscali, l’uso di materia ottenuta da riciclo: dobbiamo evitare che rimanga invenduta e inutilizzata.

5) E’ in corso una consultazione pubblica sull’etichettatura ambientale degli imballaggi. Ci dà qualche dettaglio?

Dallo scorso 26 settembre l’Europa ha reso obbligatoria per tutti gli imballaggi un’etichettatura ambientale che dia al consumatore informazioni precise su come gestire correttamente il fine vita di un pack. La normativa, però, lascia qualche dubbio interpretativo che deve essere sciolto. Per questo siamo al lavoro anche tramite una consultazione pubblica di linee guida che si è chiusa il 30 novembre. Grazie ai risultati di questa consultazione avremo un documento condiviso di filiera in materia, che potremo proporre alle istituzioni.

6) Dal 2013 avete promosso un Bando per l’Ecodesign. Un’iniziativa meritoria che contribuisce a indirizzare il packaging in ottica sostenibile. Chi sono stati i vincitori del 2020?

L’edizione appena conclusa ha visto un totale di 289 casi presentati, 160 ammessi e 92 premiati, segnalati per la loro portata innovativa. Numeri in crescita del 18% rispetto a quelli del 2019 nonostante lo scossone dell’emergenza sanitaria e del lockdown. Un risultato che ci rende orgogliosi. Fra le 92 aziende premiate, a quattro abbiamo assegnato un premio speciale per l’innovazione circolare. A Luceconcept Srl per il Riutilizzo: ha creato un nuovo imballaggio costituito da una box in polietilene espanso a bassa densità con cento fori per il posizionamento di cento moduli LED, leggeri, resistenti e riutilizzabili. A Duracell Italy Srl per la Facilitazione delle attività di riciclo: ha modificato l’imballaggio primario di una linea di pile eliminando la valva in plastica per una soluzione 100% cartoncino, riducendo anche l’ingombro. A HIPAC Spa per l’Utilizzo di materiale riciclato grazie a un nuovo film estensibile tecnico e innovativo che usa almeno il 60% di materia prima seconda e che nonostante questo ne riduce lo spessore; di norma invece l’uso di materia riciclata nel film richiederebbe un aumento di peso. E a Geox Spa per le applicazioni E-commerce: ha messo a punto un algoritmo che ottimizza la scelta degli imballaggi, permettendo di optare per quello più idoneo per ogni singolo prodotto che deve essere spedito.

7) “Riciclo di classe” è il progetto didattico per educare i bambini a comportamenti responsabili: ci può indicare qualche dato più significativo e i risultati raggiunti?
Anche l’edizione 2019/2020 di Riciclo di classe si è chiusa con numeri in crescita: i ragazzi di 133 scuole hanno presentato 1.500 elaborati. L’edizione precedente ne aveva contati 1.047. È un progetto ludico-educativo che dedichiamo ai ragazzi delle scuole primarie di tutta Italia di cui è ai blocchi di partenza l’edizione 2020/2021. Nonostante la pandemia, i ragazzi continuano ad aderire con entusiasmo e creatività. Formare i giovani perché sviluppino una cultura ambientale sempre più radicata, che guardi a un uso delle risorse attento e responsabile, è fondamentale: è nel vissuto quotidiano come quello scolastico, pur messo alla prova dal Coronavirus, che i giovanissimi possono comprendere l’importanza dei comportamenti virtuosi per la salvaguardia del pianeta.

8) Quanto è importante la comunicazione ambientale anche in termini di educazione del cittadino all’economia circolare?
Risponderei in modo lapidario: è essenziale. Il primo anello della catena del riciclo è una corretta raccolta differenziata. Ne siamo tutti responsabili nei nostri comportamenti quotidiani, ed è un impegno che richiede continuità.

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by Massimiliano Pontillo, Direttore Eco in Città