Intervista ad Angela Ferruzza, Responsabile Ambiente ISTAT, di Massimiliano Pontillo, Direttore Eco in città

Angela Ferruzza è in Istat dal 1986, dirigente di ricerca, dopo una lunga esperienza in statistiche sociali ed ambientali, attualmente dirige il Servizio Ambiente, territorio e registro delle unita’ geografiche e territoriali. Coordina dal 2016 le attività relative al progetto sullo “Sviluppo ed all’analisi degli indicatori per il monitoraggio dei Sustanaible Development Goals” e partecipa all’Inter Agency Expert Group on SDGs delle Nazioni Unite (UN-IAEG-SDGs) e al Working Group Eurostat on Sustainable Development indicators. E’ referente statistico di progetti di Cooperazione internazionale relativi agli SDGs.

1) Quali sono le novità del Rapporto Sdgs 2020 di Istat, giunto alla sua terza edizione?

Nell’ambito della terza edizione del Rapporto Istat SDGs 2020, si fa ovviamenge riferimento al quadro di riferimento statistico a livello mondiale e si utilizza la nuova lista UN-IAEG-SDGs, revisionata a marzo 2020, degli indicatori necessari per il monitoraggio dell’Agenda.
Prosegue il percorso di arricchimento delle misure statistiche diffuse: sono 325 (di cui 296 differenti) per 130 indicatori UN-IAEG. Rispetto alla diffusione di dicembre 2019, sono state aggiornate 125 misure statistiche. Sono 187 le misure statistiche che considerano la dimensione regionale e 61 quelle che considerano la dimensione urbana. La sezione dedicata agli indicatori regionali è interamente disponibile on-line.
Le misure statistiche SDGs hanno ampi punti di contatto con il sistema degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES): sono 59 le misure statistiche SDGs presenti anche nel sistema BES.
Ciò è importante perché I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), e i relativi 169 target specifici in cui essi sono declinati, bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, sociale, ambientale ed economica, cui si aggiunge la dimensione istituzionale. Loro caratteristica essenziale è proprio quella di essere universali, interconnessi e indivisibili: devono tener conto delle specifiche realtà territoriali e sono potenzialmente applicabili ovunque, a livello globale, nazionale e locale (regionale e/o urbano). Sono quindi numerosi i riferimenti al benessere delle persone e ad un’equa distribuzione dei benefici dello sviluppo, intra generazionale e intergenerazionale.
Nel rapporto viene fornita un’analisi delle interconnessioni tra Green Deal e SDGs ed anche alle interazioni tra Covid-19 e SDGs.
In via sperimentale si propongono anche 3 indici di sintesi, riconducibili alle dimensioni sociale, ambientale e economica, con l’obiettivo di fornire una prima analisi delle evoluzioni temporali dei tre domini.

2) Come si presenta l’andamento dei Goals rispetto ai 10 anni precedenti?

In questa edizione del Rapporto si è proposta un rafforzamento dell’approccio analitico utilizzato per misurare l’evoluzione dei diversi Goals, attraverso la valutazione complessiva delle variazioni registrate tra gli indicatori in confronto sia all’anno precedente sia, in un’ottica di medio periodo, rispetto a 10 anni prima.
L’analisi degli indicatori di sviluppo sostenibile per i quali sono disponibili le informazioni sull’ultimo anno (prevalentemente il 2018), su quello precedente e su 10 anni prima, mostra un quadro complessivamente positivo, con miglioramenti registrati per il 48,1% degli indicatori, mentre il 29,7% rimangono invariati e il 22,2% segnalano un peggioramento (Figura 1).
Rispetto a 10 anni prima la quota di indicatori in miglioramento è pari al 61,1%, il 17,8% risulta invariato e 21,1% peggiora.
Rispetto all’anno precedente, la percentuale di indicatori con variazione positiva risulta significativamente alta per i Goal 2 (Fame zero, 71,4%), e 13 (Agire per il clima, 66,7%) mentre nei Goal 12 (Consumo e produzione responsabili) e 15 (La vita sulla terra) si registrano i livelli più elevati di indicatori in peggioramento (rispettivamente 54,5% e 41,7%).
Rispetto ai 10 anni precedenti, il quadro per Goal mostra un diffuso numero di segnali positivi.

3) Se dovessimo fare una fotografia delle singole Regioni, che mappa ne uscirebbe?

La mappa regionale dello sviluppo sostenibile evidenzia situazioni di eccellenza nelle province autonome di Bolzano e Trento (circa il 48% degli indicatori si trova nel quinto quintile) e in Valle d’Aosta (41,7%). Gli indicatori di sviluppo sostenibile assumono una configurazione più favorevole nelle regioni del Nord-est e in Lombardia rispetto a Liguria e Piemonte.
Nelle regioni centrali, la distribuzione degli indicatori nei quintili evidenzia situazioni più favorevoli in Toscana e Umbria.
Nelle regioni meridionali i valori assunti dagli indicatori sono tra i più bassi, soprattutto in Sicilia, Calabria e Campania.

4) Quale tipo di impatto ha avuto il Covid-19?

La diffusione del Rapporto SDGs è avvenuto durante la pandemia di COVID-19, che ha accelerato la necessità di una visione unitaria in grado di elaborare e implementare una strategia appropriata per uno sviluppo economico, sociale e ambientale attento alle interdipendenze dei diversi aspetti e orientato alla sostenibilità.
Sebbene il Rapporto contenga prevalentemente informazioni aggiornate al 2019, si è cercato di dare conto dell’impatto del COVID-19 in due modi.
Si è presentato un esercizio di valutazione controfattuale che, a partire dal lockdown, stima la riduzione delle emissioni generate dai comportamenti assunti da famiglie e imprese.
Si sono inoltre esplicitate le interazioni tra il COVID-19 e i diversi Goal tramite lo schema delle interconnessioni e reti. La crisi sistemica causata dalla pandemia non può essere analizzata, senza tralasciare le implicazioni in termini di sostenibilità. La sfida è bilanciare la natura a lungo termine e trasformativa degli SDGs e le sfide a breve termine che spesso hanno la priorità, se non addirittura carattere di urgenza, quali la pandemia. Per il nostro Paese, la misurazione delle dimensioni della crisi, gli interrogativi connessi alla tenuta economica, sociale, con riferimento alle periferie, alle aree territoriali svantaggiate, alle città, alle categorie sociali più deboli, possono essere quindi rilette in maniera integrata ed efficace tramite le misurazioni statistiche disponibili nella Piattaforma statistica SDGs.

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