L’intervista di Massimiliano Pontillo, Direttore Responsabile Eco in città, alla Sen. Silvia Fregolent, membro dell’8ª Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica). Si parla di transizione ecologica e di come semplificare i processi per ottenere risultati più utili all’ambiente, di quanto sarebbe necessario affrontare temi come l’Agenda 2030 e realizzare azioni concrete in modo trasversale, indipendentemente dal colore politico.
La Senatrice Fregolent fa anche il quadro sui ritardi rispetto al Green Deal e sui tagli ai fondi destinati al recupero del dissesto idrogeologico, sul passo indietro rispetto alla prevenzione, sulla sfida di portare l’economia italiana verso una vera Green economy, sull’importanza dei movimenti giovanili, come i Friday for Future di Greta Thunberg che continuano a lottare contro i cambiamenti climatici.
Intervista alla Sen. Silvia Fregolent
Cosa significa per Lei transizione ecologica?
Innanzitutto è il perseguimento di un obiettivo importante senza irrigidimenti ideologici. Troppo spesso si sente parlare di transizione ecologica in una chiave che rischia di perdere di vista il principio fondamentale della sostenibilità, invece si deve avere la capacità di tenere tutto insieme. Con il governo Draghi sono stati fatti importanti passi avanti, ora però il gioco delle contrapposizioni rischia di vanificare un lavoro importante. La sfida è portare l’economia italiana verso una vera Green economy, accompagnando la transizione delle imprese con investimenti che portino alla creazione di nuovi posti di lavoro, supportando lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare. Sul fronte energetico poi la guerra ci ha messo davanti a un’evidenza: il mancato rifornimento di gas dalla Russia ha posto in rilievo quanto sia fondamentale ricorrere a un mix energetico. Se è giusto andare verso il superamento dei combustibili fossili e incentivare le energie rinnovabili, dobbiamo però fare i conti con una triste realtà.
Sinora troppo spesso anche chi si è detto a favore di eolico o fotovoltaico è stato poi colto dalla sindrome nimby, o ha posto così tanti paletti da non rendere fattibile alcun impianto. Oggi per portare a compimento una vera transizione ecologica bisogna innanzitutto semplificare e sburocratizzare, in modo da non perdersi in lacci e lacciuoli che impediscono le realizzazioni. E poi, me lo lasci dire, bisognerebbe avere il coraggio di tornare a parlare di nucleare di nuova generazione, un’energia pulita che con gli adeguati Investimenti in sicurezza e sullo smaltimento dei rifiuti, potrebbe garantire un reale abbassamento delle emissioni di gas serra. È necessario continuare ad investire in Ricerca e innovazione, in tecnologie e soluzioni innovative per affrontare sfide ambientali.
Agenda 2030 e PNRR
La politica è ancora troppo poco attiva rispetto all’Agenda 2030, perchè? Serve un cambio di passo…
L’agenda 2030 è un progetto ambizioso che deve essere affrontato globalmente. La vera sfida è tenere insieme la lotta alla povertà, la salute, l’istruzione, la parità di genere, la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale. Per farlo serve un’azione congiunta che superi le divergenze politiche in nome di un’interesse superiore ma purtroppo siamo ben lontani da questo approccio.
UE: il Green Deal e il PNRR a che punto sono?
Il PNRR prevede misure e ingenti investimenti per promuovere la sostenibilità e la ripresa economica affrontando anche le sfide ambientali, in linea con gli obiettivi del Green Deal dell’Unione Europea, dall’energia rinnovabile all’efficienza energetica, dai trasporti sostenibili alla digitalizzazione. Ma ci sono dei ritardi. I continui stop and go del governo, i cambi di passo nella realizzazione delle opere, i ripensamenti, lo sconsiderato taglio di 16 miliardi ai progetti del Pnrr sul dissesto idrogeologico, ci ha anno fatto perdere del tempo prezioso e mettono un’ipoteca sul futuro.
Giovani e media
I giovani, e i loro movimenti, hanno contribuito a dare una spinta alle questioni ambientali: ma qualcuno li ascolta?
Per promuovere un maggiore coinvolgimento politico sui temi ambientali, e più in generale nell’Agenda 2030, è necessaria la spinta dell’opinione pubblica e i giovani hanno dato un grandissimo contributo sull’importanza di affrontare le sfide globali legate alla sostenibilità. Con Fridays for future si sono fatti ascoltare mettendosi in gioco e hanno segnalato le priorità per il loro futuro, ora spetta alla politica non deluderli e consegnare loro i risultati.
I media parlano di ambiente principalmente quando si verificano eventi meteo estremi, disastri naturali: Lei che percezione ha, quale dato generale rileva?
Purtroppo continuiamo a piangere per i danni arrecati dai disastri ambientali: alluvioni, terremoti continuano a mietere vittime. Sulla prevenzione si è tornati drammaticamente indietro. Con il governo Renzi era stata istituita l’unità di missione “casa Italia-Italia sicura” per la messa in sicurezza del territorio e contro il dissesto idrogeologico. Il governo gialloverde l’ha smantellato, ma ora è arrivato il momento di porre rimedio agli errori di Conte. A questo governo, che non ha dato buona prova di sé in tema ambientale tagliando le risorse destinate al dissesto idrogeologico, abbiamo chiesto di ricostituire una cabina di regia nazionale per gestire la pluralità di interventi e abbiamo proposto di fare propria “Italia Sicura”. Perché non ci interessa il riconoscimento delle primogeniture, quando si tratta degli interessi del Paese noi ci siamo.