Irene Ivoi e Massimiliano Pontillo

L’intervista ad Irene Ivoi: la “Spinta Gentile” per un futuro sostenibile

Massimiliano Pontillo, Direttore Responsabile Eco in città intervista Irene Ivoi, designer, ricercatrice e comunicatrice per la sostenibilità e l’economia circolare da trent’anni che approda alla spinta gentile (nudge) e al design dei comportamenti, persuasa che un cittadino convinto sia molto più interessante di uno obbligato.
Tedx speaker, scrive su vari network, collabora con organizzazioni pubbliche e private, ed è componente del centro studi Iuav Futuro.

Da poco in libreria “La cerniera”, Pacini Editore, dedicato ad una sostenibilità senza obblighi e divieti, mossa e sostenuta solo da una “spinta gentile”. Un viaggio affascinante alla scoperta di come piccole modifiche possano innescare grandi cambiamenti. L’autrice riesce a rendere accessibili concetti complessi, offrendoci una visione chiara di come possiamo agire per migliorare il nostro impatto sull’ambiente e sulla società.

L’intervista ad Irene Ivoi, autrice de “La cerniera”

Da designer di strategie e approcci circolari, come e perché arrivi al design comportamentale?

Ci arrivo per curiosità, visto che Piero Capodieci, supervisore scientifico del libro, diversi anni fa mi parlò della teoria del nudge capace di ottenere cambiamenti importanti senza chiederli, implorarli o obbligarli. Il tutto mi incuriosì molto perché da 30 anni penso che uno switch verso la sostenibilità ambientale vada perseguito rendendo pop tutto ciò che odora di buono e sostenibile.
E così studiando, approfondendo e capendo perché il nudge funziona ho anche compreso che avevo fatto quello per tutta la vita, senza averlo studiato dal punto di vista degli psicologi e degli economisti comportamentali.
Lo facevo solo con il buon senso e la mia capacità un po’ ossessiva di osservazione della realtà.
Per cui studiarlo mi avrebbe aiutato a farlo meglio ed ecco spiegato come e perché ci sono arrivata.

In libreria il tuo ultimo prodotto editoriale “La Cerniera, la spinta gentile al servizio della sostenibilità” di Pacini Editore, cosa ci racconti in questo libro e a chi è rivolto?

Questo libro è rivolto a persone che desiderano attivare comportamenti migliori o più corretti nell’ambito di 4 aree dell’agire ambientale: rifiuti, energia, acqua e trasporti.
Che si tratti di policy maker pubblici o aziendali conta poco: ogni policy maker è autore e protagonista di una strategia da attuare rispetto al proprio ambito di azione.
Il testo è strutturato in modo da offrire al lettore un viaggio nella cosiddetta spinta gentile, ossia il nudge. il tutto è approfondito ma molto operativo, quindi pratico, con molteplici applicazioni delle tecniche di nudging.
Il primo capitolo, “Nove storie di cambiamenti”, presenta casi in cui interventi ispirati al nudging hanno modificato situazioni complesse senza l’uso di strumenti come i divieti o gli obblighi. Il secondo capitolo, “La spinta gentile (nudge): un irresistibile suggerimento comportamentale” offre una panoramica teorica e pratica sul dove, come e perché questo strumento funziona e getta le basi concettuali necessarie per comprendere le applicazioni successive.
Il terzo capitolo si concentra sulle quattro aree elencate e per ciascuna, si parte da un aneddoto iniziale, seguono due casi di successo nell’applicazione delle tecniche di nudging, una descrizione delle principali barriere comportamentali specifiche del settore, e infine, una serie di idee e proposte da implementare.

Tu parli di sostenibilità ambientale ma ci ricordi che esistono 3 temi di sostenibilità sociale che ti stanno a cuore e che fanno parte della tua agenda futura, di che si tratta?

Se questo libro avesse trattato anche l’uso del nudge per obiettivi sociali, rischiava di raggiungere un milione di battute. Quindi impossibile. Ci ho rinunciato.
Ma tre temi di attenzione al sociale mi stanno a cuore e sono già nella mia agenda 2025: l’overtourism, il contrasto alla povertà culturale e alle fake new, e l’attivazione “dell’età in panchina”. Mi spiego meglio:
– l’overtourism è un fenomeno conclamato e che si è trasformato in una sorgente di disagio sociale percepito e reale, specie nelle città d’arte più pressate. C’è molto da fare per rendere i turisti viaggiatori invece che calpestatori;
– povertà culturale e rischio di credere ai fake della vita è un tema trasversale a più fasce di età su cui serve lavorare molto;
– l’età della panchina è la terza nonché la quarta: sto immaginando attività socialmente e ambientalmente utili per over 70 in pensione ma con tante idee e saperi preziosi da condividere.

Le giovani generazioni, nativi digitali, leggono ancora i libri?

Non ho figli e i miei nipoti si stanno laureando dopo aver studiato davanti ad un pc, non li ho mai visti con un libro in mano. Credo che oggi la lettura e il sapere passino moltissimo da ebook, audiolibri e altre forme di conoscenza in forma di pillole orali. Cioè si apprende attraverso canali differenti che per me, quando avevo vent’anni, erano inimmaginabili. Resta tuttavia vero che se vivi e respiri esperienze in una casa dove si legge e ci sono libri, è quasi impossibile crescere senza leggere.

Quanto è importante l’informazione ambientale?

Tantissimo perché rafforza il perché dovresti o potresti comportarti meglio. Il problema resta il fatto che la sola informazione specie se urlata non necessariamente genera nuove o buone azioni. Prevale la pigrizia, il doomism e altri vari ostacoli che stanno all’origine dell’inazione.
L’informazione ambientale è importante se smuove l’elefante nella stanza, ossia le nostre emozioni. Questo libro parla anche di questo.