Ci sono diversi aspetti del clima che no un effetto importante sulla salute in Italia. Ad esempio temperature elevate che si prolungano per periodi più lunghi del solito, oppure precipitazioni troppo abbondanti e violente o, al contrario, lunghi periodi in cui non piove. Questi sono alcuni degli argomenti affrontati dalla Fondazione CMCC nell’ambito del proprio contributo al WHO UNFCCC Climate and health country profile for Italy, la prima analisi intersettoriale e multidisciplinare realizzata con il dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization – WHO) e della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
In coerenza con la strategia, che ispira l’azione di WHO e UNCCC nelle interazioni con i governi dei diversi paesi per definire i Profili dei Paesi su clima e salute, il documento Italiano traccia il quadro di conoscenze e fornisce dati attuali e scenari futuri su cambiamenti climatici e salute nelle aree di impatto più rilevanti quali l’inquinamento atmosferico, le ondate di calore, le risorse idriche e la gestione dell’acqua, le malattie infettive e da vettori, la produzione primaria e la sicurezza alimentare, le migrazioni, gli ecosistemi e la biodiversità, anche in ambienti urbani.
Proprio su questi ultimi si è concentrato il contributo della Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti Climatici che ha fornito analisi su come cambieranno i fenomeni delle ondate di calore e come il cambiamento climatico possa incidere sulla qualità dell’aria. “Grazie alla ormai decennale esperienza maturata dal CMCC nell’ambito della modellistica climatica regionale ad alta risoluzione possiamo fornire analisi molto dettagliate dal punto di vista geografico e con ottime capacità di rappresentare le caratteristiche climatiche italiane, sia in termini di valori medi che estremi”, spiega Paola Mercogliano, direttore della Divisione di ricerca REMHI – Regional Models and geo-Hydrological Impacts, che ha coordinato il contributo CMCC al lavoro.
Tre sono gli scenari futuri considerati. In quello caratterizzato da più alte concentrazioni di CO2 ed associato ad assenza di politiche di mitigazione si stimano incrementi di temperatura media sull’intera penisola nell’ordine di 4°C per l’ultimo trentennio del XXI secolo (2071-2100), un incremento atteso negli eventi intensi di precipitazione e una diminuzione dei cumuli di precipitazione soprattutto al meridione. Il secondo scenario invece, in cui sono considerate alcune misure per contenere la concentrazione di CO2 in atmosfera, gli aumenti di temperatura attesi si attesterebbero su 2/3°C in media, meno evidenti sarebbero le riduzioni di precipitazione cumulata e gli incrementi nella frequenza degli eventi intensi. “L’ultimo scenario considerato – conclude Mercogliano –è invece uno scenario molto ottimista, l’unico che non determina un innalzamento della temperatura media globale alla superficie degli oceani e del suolo entro la fine del XXI secolo superiore a 1.5°C rispetto al periodo pre-industriale”.
Gli effetti di questi cambiamenti sulla salute pubblica sono approfonditi nel Country profile rappresenta una base originale e scientificamente solida, per far crescere la consapevolezza dei cittadini e dei decisori, indurre azioni educative e di integrazione delle politiche di sorveglianza e risposta rapida alle emergenze, aumentare la resilienza dei sistemi socio-sanitari e ambientali per una prevenzione “olistica” finalizzata ad azioni comuni per la protezione della salute umana e del pianeta.
Il testo del profilo italiano su salute e cambiamenti climatici è stato presentato oggi 6 marzo in un workshop dal titolo “Effetti sulla salute dei cambiamenti climatici nella Vision “Planetary Health”, organizzato a Roma dal Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e l’OMS. L’incontro, il primo di questo genere, evidenzia e conclude l’impegno transdisciplinare e multidisciplinare che ha ispirato il progetto “Effetti sulla salute dei Cambiamenti Climatici nella Vision“Planetary Health”, finanziato dal Ministero della Salute. La dimensione della “Planetary Health”, che lega indissolubilmente salute dell’uomo e salute ambientale, promossa dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet e dalla Fondazione Rockfeller, è considerata l’evoluzione più moderna della scienza della prevenzione, a supporto di un indispensabile potenziamento delle politiche di adattamento e dell’incremento della resilienza dei sistemi di protezione della salute ai cambiamenti climatici e ambientali che stanno interessando la nostra epoca.
Su questa linea il progetto ha coinvolto più di 40 esperti scientifici di 12 istituzioni di sanità pubblica, di climatologia, di studio degli ecosistemi, con la partecipazione del MATTM, attraverso il coordinamento del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità e la collaborazione dell’OMS.
I risultati e le strategie delineate nel profilo del paese italiano serviranno anche come documento base per la prossima Conferenza globale dell’OMS sull’inquinamento atmosferico e la salute, in previsione a Ginevra il 30 novembre e 1 ottobre 2018.
Vedi anche:
WHO UNFCCC – Climate and Health Country Profile Project
http://www.who.int/globalchange/resources/countries/en/
Link al workshop – Effetti sulla salute dei cambiamenti climatici nella Vision “Planetary Health”:
https://www.iss.it/?cat=13