Sostenibilità e consumi

La sostenibilità è rilevante per l’80% degli intervistati, i dati Confindustria

La sostenibilità, focalizzata su aspetti ambientali e sociali, è rilevante per l’80% degli intervistati come si evince da una ricerca di Confindustria presentata ieri in occasione dell’evento principale della XXII Settimana della Cultura d’Impresa “Industria 5.0: il futuro è qui. Consapevolezza e sviluppo sostenibile” al MAXXI di Roma.

L’indagine, condotta da Havas Pr e Havas Media Network, ha coinvolto un campione di 500 rispondenti rappresentativi della popolazione italiana e 16 imprenditori del panorama industriale italiano.

Il capitalismo sta evolvendo e le imprese sono chiamate non più a produrre valore ma valori: economici, sociali e ambientali. Il business in chiave 5.0 mette l’uomo al centro e chiarisce che quello sulle persone è, oggi, un investimento industriale – ha affermato Katia Da Ros, Vicepresidente di Confindustria per Ambiente, Sostenibilità e Cultura. In questo contesto, l’employer branding è un fattore chiave per comunicare i propri valori e condividere una visione di futuro e di comunità, puntando sulle risorse umane. A ciò si aggiunge una buona governance della sostenibilità, che significa anzitutto un’organizzazione aziendale in grado di accompagnare l’evoluzione dei processi produttivi. L’approccio alla sostenibilità – ha proseguito Da Ros – non può che essere integrato, come emerge chiaramente nelle interviste qualitative dell’indagine: una buona governance è il presupposto per una buona rendicontazione; una buona rendicontazione per un efficace employer branding e quest’ultimo per far evolvere i modelli di business in chiave 5.0.

Basso impatto e costi regolano le scelte

Gli italiani amano i prodotti di alta qualità ma il prezzo resta alla base delle scelte: il 92% considera la qualità e l’89% il prezzo come i principali fattori di acquisto, quindi si alla merce a basso impatto a patto che non costi di più. La presenza di figli accentua l’interesse per qualità, origine e sostenibilità della filiera.

Si dichiara molto attento al green solo il 28% degli italiani mentre il 52% lo è abbastanza pensando soprattutto alle pratiche legate al riciclo e alla raccolta differenziata; 1 su 5 (20%) si dichiara indifferente o considera la sostenibilità non rilevante. Il 60% degli intervistati dichiara di non conoscere l’acronimo ESG.

Il 46% degli intervistati considera la tutela dei lavoratori come il principale criterio per un’azienda sostenibile, seguito dal rispetto delle pari opportunità (41%). Il sito aziendale risulta come un mezzo ottimo per capire i comportamenti di una determinata azienda.

Tutto questo – ha sottolineato la Vicepresidente di Confindustria Da Ros – si traduce in investimenti per le imprese ma, senza politiche pubbliche che li supportino e che siano guidate dal criterio della neutralità tecnologica, rischia di trasformarsi in un costo insostenibile e di far perdere al Paese quote di competitività. Negli ultimi anni, con il Green Deal, abbiamo assistito ad una politica comunitaria che ha affrontato gli obiettivi ambientali in modo ideologico, senza comprendere i rischi per i settori industriali più esposti alla concorrenza internazionale e senza comprendere che lo sviluppo e l’innovazione industriale sono il punto centrale delle soluzioni tecnologiche per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, ambientale, economica e sociale – ha aggiunto Da Ros. Occorre adeguare i tempi della transizione green ai tempi di trasformazione industriale per evitare il rischio di deindustrializzazione in Europa e assicurare la sostenibilità economico-sociale. Bisogna stimolare, come fanno USA e Cina, gli investimenti innovativi, per trasformare la sfida della transizione ecologica in una grande opportunità di sviluppo sostenibile.

La sostenibilità per le aziende

L’indagine vede anche alcune interviste agli imprenditori e la sostenibilità diviene un approccio per differenziarsi sul mercato. Al primo posto la soddisfazione dei dipendenti, attenzione crescente all’inclusione ed equità. Il welfare, le competenze e il rapporto con le scuole sono temi rilevanti. L’innovazione tecnologica è fondamentale per la transizione green, con un focus sull’economia circolare e l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale. La governance della sostenibilità e il passaggio generazionale sono sfide, con solo il 25% delle PMI che ha una figura dedicata alla sostenibilità.

Le imprese intervistate esprimono la necessità di rivedere le politiche industriali in ottica di integrazione dei tre aspetti della sostenibilità E-S-G, per puntare sul made in Italy come leva efficace per valorizzare il Paese sui mercati di tutto il mondo, generando ricchezza e sviluppo nel lungo periodo.

L’evento “Industria 5.0: il futuro è qui. Consapevolezza e sviluppo sostenibile” è promosso da Confindustria con il sostegno di Intesa Sanpaolo e IWS, insieme al Main Partner strategico per la Cultura di Impresa 4.Manager, con la partnership di Audi e in collaborazione di Fondimpresa.