Legambiente Bologna: il libro bianco dei pedoni

Legambiente Bologna cura la seconda edizione del Libro bianco dei pedoni a distanza di 4 anni dalla pubblicazione del 1° Dossier. “L’idea di riproporlo – dichiara Claudio Dellucca, presidente locale dell’associazione ambientalista – è nata in occasione della Settimana europea sulla mobilità sostenibile, allo scopo di individuare quanto nella nostra città remi contro gli spostamenti pedonali, in un contesto che ha visto adottare da due anni a questa parte misure senz’altro molto apprezzabili, come quella dei T-days nel centro storico e l’estensione delle zone 30 ad alcuni ambiti di periferia”. La novità della piccola ricerca sviluppata nel corso dell’autunno è consistita nel rapporto che si è tentato di attivare con i cittadini nelle vesti di pedoni, sollecitandoli a rendersi protagonisti di rilevamenti e segnalazioni. “Pur riconoscendo un limite nella quantità delle segnalazioni – afferma Luca Maccaferri, curatore della pubblicazione – il tentativo attuato ha dato i suoi frutti: nel fascicolo sono infatti raccolte semplici ma eloquenti documentazioni di una serie rappresentativa di criticità per la circolazione dei pedoni a Bologna”. Il repertorio è vario e propone situazioni anche simili per tipologia a quelle rilevate nella scorsa edizione, daimarciapiedi sconnessi agli attraversamenti pedonali poco visibili, dai percorsi “ad ostacoli” ai tratti del tutto promiscui con le biciclette: tanti diffusi punti deboli sui quali Legambiente chiama l’amministrazione ad interventi più puntuali ed organici.   Nel libro abbiamo posto anche l’attenzione sulla zona S.Ruffillo, dove la carenza di percorsi connessi e protetti non consente a pedoni e ciclisti di disporre di valide alternative ai pericoli e al rumore di via Toscana. “La soluzione di queste problematiche e la realizzazione di altre opere di sgravio al nodo di Rastignano – denuncia Callisto Valmori, motore di un’associazione con sede nei pressi del Molino Parisio – sono purtroppo soggette ad annosi ritardi, nonostante le non ingenti previsioni di costo”. Nel dossier si mettono pertanto a disposizione dati statistici, espositivi e fotografici con l’intento di contribuire a migliorare le condizioni di mobilità anzitutto pedonale per tutti i residenti e i frequentatori anche di passaggio nella nostra città. Proprio per questo Legambiente Bologna si è battuta in questi anni, insieme ad altre associazioni, per una maggiore vivibilità degli spazi urbani, perché siano sempre più sgravati dal traffico, e quindi dai picchi di smog e di rumore, per la possibilità di compiere percorsi più sicuri, come quelli dei pedibus nei tragitti casa-scuola, per favorire spostamenti sulle due ruote non inquinanti, veramente competitivi rispetto all’uso dei veicoli a motore, lungo tracciati riservati e tra loro collegati. Legambiente chiede quindi all’amministrazione locale di perseguire con maggiore determinazione i passaggi previsti nel progetto Di nuovo in centro, estendendo e qualificando le zone pedonalizzate e ad alta pedonalità, di realizzare altre zone 30 in periferia, di migliorare e collegare tra loro i percorsi ciclopedonali esistenti nella città.

di Marzia Fiordaliso