Giorgio Tanoni

L’intervista a Giorgio Tanoni, Amministratore unico Adriatica Oli

Per la rubrica il Personaggio di Eco in città l’intervista a Giorgio Tanoni, Amministratore unico e proprietario di Adriatica Oli, di Massimiliano Pontillo, Direttore Responsabile Eco in città.

Oltre l’imprenditore, guardando Giorgio Tanoni, dobbiamo per forza parlare di imprenditoria valoriale. E’ la seconda generazione alla guida di un’azienda che dal 1984 è specializzata nel trasporto, recupero e smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, rifiuti sanitari e in particolare della gestione del sistema di raccolta differenziata di oli vegetali esausti provenienti da ristoranti, industrie alimentari e famiglie. Adriatica Oli nasce e cresce nelle Marche e oggi opera in tutta Italia, collaborando con circa 200 Comuni nelle attività di recupero degli oli vegetali esausti provenienti dalle case dei cittadini.

Essere alla guida di un’azienda non significa solo mettere da parte un proprio guadagno a fine anno. Non può limitarsi tutto a un’esclusiva questione di profitto – afferma Tanoni – Dentro Adriatica Oli c’è una missione: creare giorno dopo giorno un valore che genera altro valore rigenerando i rifiuti, in un vortice virtuoso che punta dritto al win-win. Perché con la Circular Economy vinciamo tutti.

Tanoni, in epoca pionieristica la sua azienda ha capito che il rifiuto non è solo scarto. Come cresce questa felice convinzione?

La introduco con un racconto. Prendiamo un trattore agricolo che raccoglie le olive. Le olive diventeranno olio da cucina, lo stesso che, una volta esausto, noi poi trasformiamo in nuova materia prima, conferendolo alle bioraffinerie per la produzione di biodiesel. Infine, questo carburante “green” potrà muovere di nuovo lo stesso trattore, che grazie al biodiesel ridurrà le emissioni di CO2 in ambiente. Creiamo, insomma, un movimento virtuoso di economia circolare. E sa chi ci ha insegnato tutto questo? La natura.

Come diceva prima, win-win. Tutti vincono…

Certamente. Basta pensare, in primo luogo, ai vantaggi economici per le comunità: lo scorretto smaltimento degli OVE è la prima causa di otturazione delle reti fognarie, un danno completamente evitabile che pesa fortemente sui bilanci dei Comuni. La raccolta e il riciclo degli OVE produce poi un grande beneficio ambientale: per gli ecosistemi marini, dove 4 kg di olio vegetale esausto inquinano una superficie d’acqua estesa come un campo di calcio; e rispetto all’inquinamento da CO2, per cui tra 1.000 kg di biodiesel e 1.000 kg di diesel la differenza di emissioni nocive nell’atmosfera è di – 3.130 kg di CO2. L’economia circolare è sostenibile perché porta vantaggi a tutti i livelli. Non è solo guadagno d’impresa.

E il vostro business fa quindi bene anche all’ambiente?

Non parlerei nel nostro caso però di business fine a se stesso ma di “economia civile”, un movimento che non si esaurisce nell’investire in un progetto, quanto nel fare perno sulle relazioni – anche sociali – utili a raggiungere gli obiettivi del progetto stesso. A livello di risorse umane, il nostro percorso di crescita è seguito dall’apporto di professionisti capaci. È indispensabile rimettere al centro la fiducia. Come possiamo chiedere ai clienti di affidarsi a noi se non siamo i primi a investire nel potenziale dei nostri collaboratori? Un’organizzazione sostenibile è anche questo: valorizzare le persone. Per esempio, la pandemia da Covid-19 è stato un momento chiave, che mi ha convinto ancora una volta di questo approccio: abbiamo avuto picchi di lavoro intenso proprio nel settore della raccolta di rifiuti ospedalieri ad alto rischio infettivo ma l’Azienda ha tenuto molto bene con tutte le difficoltà del periodo proprio grazie alla disponibilità, al senso del lavoro, e all’impegno massimo dei suoi dipendenti.

La Circular Economy presuppone una grande attenzione verso l’innovazione. Dove sta andando Adriatica Oli?

Non ci può essere un reale cambio di paradigma senza azioni mirate e innovative. Dopo aver digitalizzato con la tecnologia industry 4.0 l’impianto di lavorazione degli oli, negli ultimi due anni stiamo investendo nella digitalizzazione dell’impresa e dei servizi. Come? Ad esempio, fornendo ai ristoratori un dispositivo di lettura del livello di olio esausto nei propri contenitori, per efficientare tramite l’intelligenza artificiale l’intera logistica. Quindi, stiamo creando uno strumento capace di certificare tutta la filiera tramite la struttura blockchain, per rendere trasparenti i passaggi: lo ribadisco, la fiducia è il valore più prezioso.

Quindi, a cosa punta Adriatica Oli per il futuro?

Intanto, a diventare formalmente una società benefit, che è un pò la sua evoluzione spontanea, visto che di fatto lo siamo già. Nell’esercizio della nostra attività abbiamo sempre affiancato al normale ramo imprenditoriale delle finalità che sono al plurale e creano benefici per tutti gli stakeholder, e tra questi noi includiamo l’ambiente, e le generazioni future.

Il vostro slogan è “l’ecologia delle idee”. Perché?

Con le idee si raggiungono al cuore le persone, soprattutto, e solo, se al fondo c’è la passione e il benessere degli ecosistemi, sia umani che naturali, è ciò che ci appassiona davvero.
Ecologia delle idee, poi, significa anche fare buona comunicazione, che è uno strumento fondamentale per uno sviluppo sostenibile, ovvero per una crescita condivisa e rispettosa delle “complessità”. Un mondo nuovo ci chiede di agire e raccontare in un modo nuovo, “pulito” e significativo, ecologico appunto, e sempre nell’ottica di produrre valore positivo. Per questo, da qualche anno è nata GoodCom l’agenzia per la comunicazione sostenibile che mira a promuovere la sostenibilità come valore culturale e profittevole per le aziende che guardano al futuro. Insomma, l’ecologia delle idee è uno stimolo inesauribile, un mantra del nostro quotidiano. Se fosse solo un business, che senso avrebbe spingerci così in avanti?

Per conoscere alcuni progetti aziendali Sport e sostenibilità: per Adriatica Oli un’unione vincente oppure visita il sito www.adriaticaoli.com