Essere vegetariani vuol dire avere rispetto per gli animali e per l’ambiente. Molte delle produzioni cerealicole mondiali vengono usate nella preparazione dei mangimi per animali che forniscono carne per i Paesi occidentali, quando potrebbero coprire il fabbisogno alimentare di milioni di persone. Uno stile di vita vegetariano contribuisce a promuovere una più equa distribuzione delle risorse combattendo la fame nel mondo. Inoltre, per coltivare i cereali destinati al bestiame si usano enormi quantità di concimi di sintesi e pesticidi che danneggiano l’ecositema e possono giungere fino all’uomo. Va anche considerato che l’incremento della produzione di carne, porta ad un progressivo disboscamento delle foreste per la creazione di nuove zone destinate all’allevamento e al pascolo. E, come se non bastasse, un terzo della produzione energetica viene impiegata nell’industria zootecnica.
Ogni secolo ha avuto illustri vegetariani a testimonianza del fatto che non mangiare animali non è una semplice moda degli ultimi anni, pensiamo a Pitagora, Platone, Leonardo Da Vinci, Tolstoj, Voltaire, Einstein, Gandhi ed ora a personaggi popolari come Richard Gere, Paul Mc Cartney, Brad Pitt, Sting mentre tra gli sportivi la Navratilova, Di Centa e il rugbysta Mirko Bergamasco.
Oggi l’incidenza dei vegetariani comincia a essere significativa in diversi paesi, tanto da trasformare il mercato dei prodotti dedicati da settore di nicchia a vero business. E in Italia? Circa tre milioni, molti di più se aggiungiamo i tanti che stanno drasticamente riducendo il consumo di carne. Calcolando un incremento della popolazione italiana del 5%, si stima che nel 2050 i vegetariani saranno ben trenta milioni.
Le motivazioni che possono spingere a seguire regimi alimentari vegetariani non si limitano solo a criteri salutistici, ma possono coinvolgere anche aspetti etici, ecologici o spirituali, e più spesso, le diverse motivazioni si combinano tra loro.
Si modificano le abitudini alimentari degli italiani: aumenta il consumo di prodotti a base vegetale, crolla quello di carne (due milioni coloro che ne hanno ridotto il consumo negli ultimi anni) e si moltiplicano i ristoranti vegani, dove non si fa uso di tutti i derivati animali: latte, uova e miele, sono sempre di più per andare incontro alle esigenze dei nuovi clienti. Tra le certificazioni più accreditate la VeganOK. Grande novità degli ultimi anni l’alimentazione crudista, naturalmente senza animali nel piatto. Ecco allora i ristoranti, i bar e i corsi per imparare a portare in tavola cibo non cotto o quasi.
Potremmo avvicinarci al mondo veg cominciando a cambiare il menu almeno 1 giorno a settimana?
di Marzia Fiordaliso