Lunedì d’autore – Ambiente e big data: binomio auspicabile di Giuseppe Magro

Per i lunedì d’autore “Ambiente e big data: binomio auspicabile” di Giuseppe Magro, Presidente IAIA – Associazione Internazionale Impatto Ambientale/Sezione Italia

L’era digitale in cui viviamo sta mettendoci a disposizione un’enorme quantità di dati che potremo impiegare per migliorare la resilienza delle nostre città e dei territori.
I Big Data stanno infatti diventando un tema dominante, non solo nel mondo del business, ma ad ogni livello dell’organizzazione sociale e in particolare nella ricerca della sostenibilità ambientale delle città del futuro. Le conoscenze rese disponibili dall’elaborazione dei Big Data, se opportunamente impiegate, ci renderanno maggiormente reattivi ai cambiamenti e in grado di adattarci più velocemente alle opportunità e alle insidie del complesso spazio multi-esperienziale in cui dovremo orientarci come cittadini, consumatori, professionisti e genitori.

La necessità di prevedere il comportamento dell’ambiente in cui viviamo ha origini lontane ed è stata alla base dello sviluppo delle discipline scientifiche che hanno reso possibile la rivoluzione industriale e poi quella digitale, sui cui effetti abbiamo appena iniziato ad interrogarci. La prima rivoluzione ha dato origine all’età moderna, ma ci ha anche lasciato una pesante eredità in termini di impatti ambientali.

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Oggi siamo di fronte alla necessità di ricercare nuove forme di sviluppo basate sul recupero e la valorizzazione delle risorse ambientali e quindi sull’ottimizzazione delle energie in gioco per il sostentamento delle città e dei territori. La rivoluzione digitale dovrebbe trovarci più attenti nel valutare preventivamente gli effetti e le esternalità prodotte dalla diffusione, su scala planetaria, di nuovi prodotti e comportamenti.

La ricerca della sostenibilità in un mondo interconnesso è quindi diventata un’esigenza sociale ed è necessario l’impegno di tutti gli attori per sperare di ottenere risultati efficaci.
I cittadini, le imprese e la Pubblica Amministrazione stanno intraprendendo percorsi nuovi di dialogo e di confronto, resi possibili anche grazie a piattaforme di interazione sociale come Q-cumber (www.q-cumber.org) che impiegano Open Data e Big Data per migliorare la resilienza sociale nei processi di governance. Piattaforme di questo tipo sono in grado di supportare in modo scientificamente consistente e trasparente le scelte dei decisori, visualizzandone gli impatti ambientali fornendo indicazioni per migliorarne il livello di sostenibilità ambientale e sociale.
Garantire la partecipazione di tutti gli stakeholders nelle scelte di trasformazione e gestione del territorio è il più importante degli ingredienti per la costruzione della smart city. Q-cumber ha l’obiettivo di impiegare le conoscenze derivate dall’analisi massiva di dati per supportare la crescita della consapevolezza di appartenere ad un’unica rete di relazioni eco-logiche e sociali, in cui il benessere del singolo si realizza grazie alla collaborazione collettiva.

La piattaforma è costituita da:
(1) una sezione social per la partecipazione dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni
nel processo di miglioramento delle condizioni di sostenibilità mediante la condivisione di informazioni e la collaborazione;
(2) una sezione computazionale per il supporto alle decisioni e l’ottimizzazione delle condizioni di sostenibilità del territorio mediante l’impiego di Big Data.
La sfida di Q-cumber è quella di attivare processi di innovazione sociale nella governance, sia dei piccoli comuni che delle grandi città, fornendo ai cittadini, alle imprese e agli enti di controllo strumenti di supporto alle decisioni in grado di ottimizzare le proprie performances ambientali e quindi di contribuire attivamente, e in modo efficace e concreto, al miglioramento della responsabilità sociale della propria comunità.