Sconfortanti i dati del rapporto Mal’Aria di Città 2024 di Legambiente: Roma tra le peggiori città italiane per la media di Biossido di Azoto (NO2) nell’aria; Frosinone record nazionale dei giorni di PM10 fuori controllo con 70 superamenti.
Roma deve abbattere il 37% di NO2 per rientrare nei parametri che dovranno essere raggiunti entro il 2030, Frosinone del 29% le PM10 e del 33% le PM2,5. Anche a Latina si dovrà lavorare per ridurre del 6% le PM10, buona la qualità dell’aria e entro i limiti attuali e previsti sia a Rieti che e Viterbo.
Il record negativo di Frosinone per le PM10 e Roma tra le peggiori città per NO2, è un grido di allarme incontrovertibile sulla salute della cittadinanza di tutto il Lazio – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – A questi parametri di qualità dell’aria pessima bisogna rispondere con politiche alte e forti: a Frosinone pedonalizzazioni, contrasto alla sosta selvaggia, implementazione del Bus Rapid Transfer e ripristino della funzionalità dell’ascensore inclinato, ZTL del centro storico, impulso alla sharing mobility e nuove ciclabili; a Roma subito Fascia Verde, Congestion Charge, nuovi Tram, Ciclovie, Sharing Mobility, Metro e Bus elettrici.
Ci rivolgiamo al governatore Rocca, al Sindaco di Roma Gualtieri e a quello di Frosinone Mastrangeli, perché si lavori tutti nella stessa direzione per abbattere il numero di vetture inquinanti, ridurre le emissioni da riscaldamenti a biomasse, scardinare lo strapotere delle automobili sulle strade cittadine con provvedimenti immediati e strutturali, da Città30 alla riduzione dei limiti di velocità sulle autostrade per inquinamento; da una potente cura del ferro e un piano di rilancio del TPL a una diffusione della micro e macro mobilità condivisa; dalla messa a bando dei Diesel per fermare il Biossido di Azoto a tutte le forme di sostegno per la diffusione di veicoli a emissioni zero – continua Sacchi – Insieme ai limiti di legge attuali per polveri sottili e biossido di azoto, oltre i quali siamo già abbondantemente, l’aumento della qualità dell’aria che viene chiesto dall’Europa con le nuove direttive, deve obbligare il sistema paese e, nello specifico i luoghi di crisi del Lazio, a prendere provvedimenti coraggiosi sui quali dal mondo ambientalista e dai cittadini con a cuore la salute collettiva e l’ambiente, non può che arrivare un grande sostegno.
Mal’Aria di Città 2024, i dati nazionali
Il report di Legambiente ha analizzato i dati del 2023 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). In sintesi, 18 città sulle 98 monitorate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo).
In testa alla classifica delle città c’è Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi, seguita da Torino (Grassi) con 66, Treviso (strada S. Agnese) 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62. Anche le tre città venete, Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano), e Vicenza (Ferrovieri), superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53. Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36.
I dati evidenziano un miglioramento generale rispetto all’anno precedente attribuibile alle condizioni meteorologiche “favorevoli” che hanno caratterizzato il 2023 e non ad un successo delle azioni politiche intraprese per affrontare l’emergenza smog. Tuttavia, le città italiane, da Nord a Sud, presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2).