Aria di cambiamento in casa dell’associazione Marevivo. In occasione dell’Assemblea straordinaria dei soci di alcuni giorni fa, oltre alla riconferma della Presidente Rosalba Giugni, sono stati eletti tre nuovi vice presidenti con specifici incarichi: Ferdinando Boero, professore di Zoologia e Biologia Marina all’Università del Salento, nominato vicepresidente vicario, Emanuela Avallone, giornalista e autrice Rai, con delega per la scuola e, infine, Fabio Galluzzo, già responsabile regionale per la Sicilia, che si occuperà del coordinamento territoriale.
A bordo della sede galleggiante sul Tevere, sono stati anche due giorni di incontri di approfondimento sui temi cardine dell’Associazione condotti per ogni focus (cultura dell’ambiente, mare ed energia) da tre esponenti di spicco della scienza e della divulgazione in Italia: “Cultura senza natura” a cura di Ferdinando Boero, “Come è profondo il mare” a cura di Nicolò Carnimeo, docente di Diritto della Navigazione e dei Trasporti all’Università di Bari, “Le comunità dell’energia” a cura di Livio De Santoli, presidente AiCARR, Sapienza Università di Roma.
L’uomo vive sul pianeta e ha il dovere di esserne custode: la prima giornata si è aperta con la lectio magistralis del professor Fernando Boero che, partendo dall’enciclica “Laudato Sii” di Papa Francesco, ne ha sottolineato l’importanza per restituire alla natura il ruolo primario che le spetta. Parlando degli ecosistemi nell’Enciclica – ha fatto notare – l’assenza dell’azione fondamentale dei batteri, che decompongono le sostanze, trasformandole da rifiuto in nuovo nutrimento: è l’azione dei più umili tra i microrganismi, che risulta essere fondamentale per il ciclo di vita del nostro pianeta. Metaforicamente, il ruolo di ciascuno di noi come “custode del Creato” diventa fondamentale.
Ragionando sugli attentati terroristici di Parigi, Boero ha fatto notare come il fanatismo religioso non abbia dubbi sul male che produce, mentre il grande insegnamento della scienza è il dubbio, la capacità di mettere in discussione le proprie tesi e i propri obiettivi. Il neo vicepresidente “decano” di Marevivo ha invitato tutti a combattere questo modo di pensare acritico, estraneo alla natura, cominciando dai ragazzi, dalle scuole.
A seguire Niccolò Carnimeo, docente di Diritto della navigazione e dei trasporti nella facoltà di Economia dell’Università di Bari, ha presentato il suo libro “Come è profondo il mare”, un’inchiesta che si legge come un romanzo sul livello di inquinamento dei nostri mari: un viaggio sconvolgente nella più grande discarica del pianeta, l’isola di plastica fluttuante negli oceani, ma anche nel Mediterraneo, dove si spiaggiano i capodogli avvelenati da un accumulo di mercurio e dove il pesce che mangiamo è minacciato anche dalle sostanze tossiche contenute nei residui bellici della seconda guerra mondiale e di altri conflitti più recenti, come quello dei Balcani. Il secondo giorno Marevivo ha ospitato Livio de Santoli, professore alla Sapienza di Roma, che ha proposto un modello di territorio dove la comunità sia finalmente protagonista e l’energia possa essere un collante molto forte, nel rispetto della vocazione e della sovranità del territorio per ottenere un nuovo stile energetico.
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