Microchip animali

Microchip animali 15,6 milioni in Italia, OIPA chiede l’obbligo per gatti e furetti

Secondo la banca dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione gestita dal Ministero della Salute sono 15.600.787 gli animali con microchip in Italia: 14.298.845 cani, 1.299.321 gatti e 2.621 furetti. Pochissimi, come si evince dalle cifre, i gatti e i furetti microchippati, lo strumento giusto per evitare il randagismo: l’OIPA – Organizzazione internazionale protezione animali chiede l’obbligo d’iscrizione alle Anagrafi territoriali.

La Regione con più animali microchippati è la Lombardia (2.014.516 cani, 468.689 gatti e 1002 furetti). La Regione con meno animali iscritti all’Anagrafe è la territorialmente piccola Valle d’Aosta (28.830 cani e 6.179 gatti).

Nella classifica delle Regioni con il maggior numero di animali domestici microchippati secondo è il Veneto (1.648.410), seguito dall’Emilia Romagna (1.543.895), dal Piemonte (1.250.097) e dalla Campania (1.248.539). Impossibile stimare la percentuale di cani microchippati sul totale anche a causa del mancato rispetto dell’obbligo da parte di molti proprietari. Sceso lievemente il numero dei quattro zampe microchippati nel Lazio: lo scorso anno era al 5° posto con 1.167.251 animali, mentre al 4 febbraio 2024 ne risultano 1.165.623.

L’obbligo del microchip per i cani è un efficace metodo di lotta al randagismo sia per identificare i cani presenti sul territorio, sia per riportare in famiglia animali smarriti. Stessa funzione potrebbe avere per gatti e furetti – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – In Italia, la legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo (legge n.282/91) ha reso obbligatoria l’iscrizione di ogni cane all’anagrafe regionale, sia esso di proprietà privata o randagio, e questo è un chiaro ostacolo all’abbandono di un cane adottato da un canile. Occorrerebbe ora introdurre l’obbligo anche per gli altri animali d’affezione.

Microchip animali, perché è importante

La banca dati è uno strumento utile a conoscere l’anagrafe di provenienza di un cane smarrito: basta digitare il codice a 15 cifre del microchip nella stringa di ricerca per risalire al proprietario. La lettura del microchip per ottenere il codice può essere svolta da:

  • servizi veterinari delle Asl;
  • ambulatori veterinari privati muniti del lettore.

Nel caso in cui la ricerca dell’identificativo non produca risultati, si può provare a ricercare il codice nelle singole Anagrafi Territoriali poiché le Regioni aggiornano i dati con differenti tempistiche. L’Oipa suggerisce di far controllare il microchip almeno una volta l’anno poiché vi possono essere casi, anche se rari, di microchip guasti e dunque non leggibili.

Per quanto riguarda i gatti, non essendo obbligatoria la loro microchippatura, a livello nazionale, Oipa ricorda che è online dal 2011 un’Anagrafe nazionale felina (Anf) gestita dall’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) che registra, su base volontaria dei richiedenti, i dati identificativi dei gatti con microchip. Tutti i proprietari possono rivolgersi a un medico veterinario aderente all’Anf per l’identificazione e la registrazione del gatto.

In attesa dell’introduzione di un obbligo generale, ci appelliamo a tutte le Regioni affinché con proprie leggi introducano l’obbligo d’iscrizione all’Anagrafe degli animali d’affezione. Sarebbe un ulteriore stretta al fenomeno dell’abbandono e della sovrappopolazione degli animali chiusi in canili e gattili – conclude Comparotto.