Il miele è alimento molto noto sia per il suo gusto particolare che per le sue proprietà benefiche. Spesso viene utilizzato nella preparazione di alcuni dolci, mentre in altre riveste il ruolo di dolcificante per tè, caffè o altre bevande calde.
Contrariamente ad altri rimedi naturali, il miele può essere utilizzato senza problemi sia dagli adulti che dai bambini. Se utilizzato per il trattamento di specifiche malattie occorrerà scegliere la varietà più indicata per tale malanno. Questo perché l’alimento contiene in generale determinate proprietà curative, ma in alcuni casi certe tipologie possono rivelarsi più indicate di altre.
Miele: caratteristiche e valori nutrizionali
Il miele è un alimento molto nutriente, destinato in origine al sostentamento delle api stesse. Presenta caratteristiche molto particolari, a cominciare dall’assoluta predominanza degli zuccheri al suo interno. Vediamolo meglio prendendo in esame i valori nutrizionali principali.
Partiamo proprio dagli zuccheri, che rappresentano circa l’80% del totale. Ogni 100 grammi di parte edibile circa 80 risulteranno essere carboidrati semplici, facilmente solubili. Da qui originano la quasi totalità delle 300 kcal corrispondenti a tale quantitativo di prodotto.
Poco meno di 20 grammi sono rappresentati dall’acqua, mentre appena 0,6 dalle proteine. Zero grassi, così come assenza totale di colesterolo e fibre alimentari. Per quanto riguarda le vitamine è presente in modeste quantità la vitamina C (1% del fabbisogno giornaliero). Maggiore presenza per la B2 (3% del fabbisogno) e più o meno 1% anche per la B3. Soltanto tracce di vitamina B1.
Qualche presenza anche di sali minerali, in particolare di calcio, ferro (oltre il 6% del fabbisogno giornaliero), fosforo, magnesio, potassio e sodio. Si tratta ad ogni modo di valori medi, che potrebbero risultare leggermente differenti tra una varietà e l’altra di miele.
Come fanno le api a produrre il miele?
A molti può risultare familiare il sistema di raccolta del miele, affidato all’apicoltore dopo che le api hanno prodotto il prezioso alimento. Meno conosciuto è il processo precedente. Le api producono il miele a partire dal nettare raccolto dai fiori o dalle altre materie prime. Sempre più comune la formazione di alveari nelle città italiane, anche per situazioni di autoconsumo.
Dopo aver aspirato al loro interno il nettare, le api lo convogliano in una particolare cavità dove viene trattato con degli enzimi. Una volta ottenuto il miele viene espulso dall’organismo e accumulato nell’alveare come nutrimento per i periodi di scarsa disponibilità di nettare o per la stagione invernale.
Varietà
Le varietà di miele sono determinate sostanzialmente da quella che è la materia prima utilizzata per la sua produzione. Di seguito alcune delle più conosciute e apprezzate:
- Acacia;
- Agrumi;
- Biancospino;
- Castagno;
- Corbezzolo;
- Eucalipto;
- Lavanda;
- Millefiori;
- Rosmarino;
- Tiglio;
- Timo.
Cosa fare se il miele cristallizza?
Partiamo dal presupposto che un miele cristallizzato può assolutamente essere ancora buono da mangiare. Questo perché il processo di cristallizzazione è del tutto naturale, derivando dal fatto che la parte liquida (l’acqua) è molto inferiore rispetto a quella solubile (gli zuccheri). Una maggiore presenza di glucosio rispetto al fruttosio provoca una cristallizzazione più rapida, viceversa il miele impiegherà più tempo a cristallizzare.
Niente panico quindi, basteranno pochi minuti per avere di nuovo il proprio miele perfettamente liquido. Sarà sufficiente riscaldare l’alimento a bagnomaria finché la consistenza non tornerà quella consueta. Attenzione però a non superare i 45 gradi di temperatura, in quanto ne risulterebbero penalizzate le proprietà benefiche in esso contenute.
Proprietà del miele
Sono diverse le proprietà associate al miele. L’azione antinfiammatoria e quella antibatterica sono molto apprezzate per il benessere delle vie respiratorie. A vantaggio del fegato troviamo invece quella disintossicante, mentre le proprietà lenitive sono molto utilizzate sia per la gola che per il trattamento delle problematiche che colpiscono la pelle.
Benefici
Veniamo ora a quelli che sono i benefici più nel dettaglio. In alcuni casi si parlerà nello specifico di alcune varietà, particolarmente adatte al trattamento di determinate affezioni.
Miele e vie respiratorie
Quando si parla dei benefici associati al miele è inevitabile partire dalle vie respiratorie. Questo rimedio naturale è un ottimo alleato nel contrastare le infiammazioni della gola, il raffreddore e nel calmare la tosse. Azioni garantite soprattutto da due varietà in particolare: quella di eucalipto e quella di timo.
In questo caso è spesso utilizzato sia come soluzione a sé, lasciando sciogliere in bocca un cucchiaino di alimento, oppure come dolcificante per infusi e tisane benefiche. Da non dimenticare anche la possibilità di aggiungerlo a un bicchiere di latte caldo (che se consumato la sera favorirà anche il riposo notturno).
Pelle
Passando invece alla salute della cute, il miele può essere utilizzato con poche gocce di olio di mandorle per contrastare episodi di pelle secca. Può agire anche contro le piccole ustioni, realizzando un composto cremoso con l’aggiunta di yogurt. L’applicazione di questa crema è efficace anche contro afte e acne, così come nel trattamento delle punture di zanzare.
Circolazione e stress
Chi cerca un aiuto per rilassarsi e combattere lo stress può ricorrere al miele di tiglio, varietà poco nota, ma piuttosto efficace in caso di nervosismo. Ad azione sedativa è il miele di agrumi, che dispone inoltre anche di un’azione antispasmodica.
Viaggia su questa stessa linea, anche se in maniera più articolata, anche il miele di biancospino. Si tratta di una varietà dal profumo e dal sapore particolarmente intensi, che concentra la sua azione intorno all’apparato cardiocircolatorio.
Consumare regolarmente questa varietà di miele porta benefici soprattutto a chi soffre di ipertensione ed è soggetto a palpitazioni. Ha come effetti secondari anche un’azione calmante e anti-stress, che riduce gli stati d’ansia e favorisce un sonno fisiologico.
Fegato
Contro l’insufficienza del fegato e i disturbi alle colecisti è consigliato il miele di rosmarino, mentre per la rimineralizzazione dell’organismo si raccomanda la varietà di castagno.
Miele e diabete
Veniamo infine al miele d’acacia, ultimo soltanto in ordina di apparizione. Il suo colore e il sapore sono molto delicati, contrariamente ad esempio a varietà come il miele di biancospino o di castagno. Proprio queste caratteristiche lo hanno reso nel tempo uno tra i più apprezzati.
Un’azione forse poco nota lo rende invece il più adatto al consumo da parte dei diabetici. La spiegazione è nella composizione degli zuccheri presenti al suo interno, fortemente sbilanciata verso il fruttosio. Discorso opposto per il miele di castagno, ad alto indice glicemico, che risulta fortemente controindicato per chi è a dieta o soffre di diabete di tipo 2.