La mimosa è una pianta conosciuta e molto apprezzata, divenuta negli anni simbolo della Festa della Donna dell’8 marzo nonché ambasciatrice dell’arrivo della primavera. L’albero di mimosa presenta caratteristiche e fiori molto particolari e la sua coltivazione trova facilmente posto anche nei giardini e nelle aree verdi di buona parte dell’Italia.
Originaria dell’Australia, più precisamente della Tazmania, la mimosa è arrivata in Europa e in Italia all’incirca due secoli fa (intorno al 1800). Questa pianta è ormai divenuta un elemento comune della vegetazione mediterranea.
Questo fiore è divenuto simbolo della Giornata internazionale dei diritti della donna (comunemente nota come Festa della donna) un po’ per caso e un po’ per necessità. La prima associazione tra la mimosa e la celebrazione fu voluta dall’UDI (Unione Donne Italiane) l’8 marzo 1946, agli inizi del secondo dopoguerra. La scelta avvenne in base alla disponibilità di inflorescenze in tale periodo e al fatto che la mimosa risultava essere un fiore piuttosto economico.
Mimosa: caratteristiche dell’Acacia dealbata
Con il termine mimosa si fa riferimento sia alla pianta che all’inflorescenza. La specie arborea importata in Europa dall’Australia è conosciuta con il nome scientifico di Acacia dealbata. Da qui è facile intuire come la mimosa sia un albero appartenente al genere delle Acacie e alla famiglia delle Mimosaceae.
Si tratta di alberi che possono raggiungere anche grandi dimensioni, variabili a seconda della specie e dell’habitat di coltivazione. Raggiunge fino a 20 metri di altezza e raramente si attesta al di sotto dei 5 metri. Tende a crescere rapidamente, circa 60 centimetri all’anno, e ha un ciclo vitale di circa 50 anni.
La corteccia dell’Acacia dealbata è liscia e tende a scurire con il passare del tempo. Le foglie sono bipennate e lunghe circa 10 centimetri, tendenzialmente persistenti. I fiori di mimosa iniziano a spuntare verso la fine di febbraio, contraddistinti dal colore giallo acceso e dall’aspetto sferico conferito dai molti stami che li compongono.
Albero di mimosa: coltivazione
L’albero di mimosa è considerato una coltivazione adatta sia alla messa a dimora in vaso che in giardino, almeno nelle sue fasi iniziali. Vista la crescita generalmente stimata in circa 20 metri d’altezza è tendenzialmente da preferire la seconda ipotesi. Laddove non sia possibile, ad esempio per questioni climatiche, la coltivazione in vaso dell’Acacia dealbata può essere utilizzata mediante opportune potature.
Il clima freddo è un pericoloso nemico per la pianta di mimosa, che mal sopporta l’improvviso e marcato abbassamento delle temperature. Questo porta a sconsigliare la coltivazione in giardino o all’aperto, come per le gardenie, nelle zone soggette a inverni rigidi (medie inferiori ai 5 gradi) o con minime comprese tra 0 (zero) e -3 gradi Celsius. Sono da preferire quelle temperate e con clima più marcatamente mediterraneo.
Il terreno per la messa a dimora dell’albero di mimosa dovrà essere leggero e sabbioso, eventualmente anche con pH acido. Da evitare assolutamente i suoli argillosi e pesanti, soprattutto se con elevata presenza di calcio.
Quando e dove piantare un albero di mimosa?
Iniziamo subito col dire che l’albero di mimosa è una pianta che necessita di una messa a dimora nel periodo dell’autunno oppure durante la primavera. Solitamente però si tende a preferire il periodo aprile-maggio per evitare il rischio che i giovani arbusti possano non essere sufficientemente forti per resistere alle basse temperature. È possibile valutare la piantumazione in autunno, con le opportune cautele, perlopiù nelle regioni del Sud Italia.
Il periodo aprile-maggio è anche quello consigliato qualora si voglia procedere con la semina. Anche in questo caso prestare molta attenzione alla tipologia di terreno e alle necessità legate alla distanza tra le piante. Chi vorrà realizzare un piccolo bosco di mimose dovrà calcolare uno spazio tra i vari arbusti di almeno 4 metri (necessari per uno sviluppo ottimale delle radici).
A prescindere dal fatto di aver scelto la semina o la messa a dimora di una piantina, nel caso fosse necessario l’innesto dovrà essere operato nel periodo tra giugno e metà settembre. Piccola nota: questa pianta può essere potata in modo tale da realizzare delle siepi oppure è possibile sfruttarne i rami come rampicanti, opportunamente intrecciati o canalizzati, per ricoprire ad esempio degli archetti o la struttura di un gazebo.
Per la messa a dimora in giardino dell’Acacia dealbata occorrerà scavare una buca profonda il doppio del pane di terra che accompagna la pianta; stesso discorso varrà per la larghezza. Si raccomanda inoltre, per i primi anni, di accompagnare la crescita dell’albero con un tutore (distante circa 30 centimetri dal tronco) onde evitare che il vento possa danneggiare il fusto.
Coltivazione in vaso
Per la coltivazione in vaso occorrerà un contenitore piuttosto capiente, profondo almeno 40 centimetri. Considerata la rapida crescita nel periodo iniziale è bene lasciare alla pianta lo spazio per espandere le proprie radici senza dover essere sottoposta spesso allo stress del rinvaso.
Può crescere in queste condizioni fino a un’altezza di circa 3 metri. Il vaso andrà preparato con un letto di argilla espansa, sopra al quale inserire una miscela di terriccio generico, torba e sabbia.
Cura
La mimosa si rivela un albero piuttosto semplice da curare. Esternamente non è necessaria una particolare irrigazione, a meno di periodi di siccità marcata. Nel caso di coltivazione in vaso basterà far sì che il terreno risulti sempre umido, ma mai bagnato (con evidenti ristagni d’acqua).
Nei primi anni è possibile coprire il tronco con un tessuto, in particolare dalla parte appena al di sopra del piede, durante i mesi invernali (per difendere il giovane albero delle basse temperature).
Potatura della mimosa
L’albero di mimosa richiede una potatura limitata, ma regolare. A fine fioritura andranno eliminati dall’Acacia dealbata i rami in eccesso ed eventualmente quelli da limitare a causa degli spazi. In questo periodo andranno rimossi con cura tutti quei nuovi nati a ridosso del piede del tronco, che toglierebbero linfa vitale alla chioma. Terminato il periodo invernale rimuovere quelli compromessi dagli eventi atmosferici.