Grande mobilitazione a Bologna sabato 17 giugno con partenza alle 16 da piazza XX Settembre insieme a Fridays for Future Italia. È trascorso più di un mese dalle terribili alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna e Bologna For Climate Justice ha organizzato il corteo di protesta affinché un simile disastro non diventi un fatto normale alle nostre latitudini.
Seri provvedimenti sono ormai necessari per evitare i dissesti idrogeologici in primis l’abbandono delle fonti fossili e lo stop alla cementificazione selvaggia. I cambiamenti climatici, dei quali l’uomo è responsabile, portano periodi di estrema siccità e insopportabile e prolungato caldo come la scorsa estate alternati alla caduta di piogge violente che in pochi minuti possono portare le stesse quantità d’acqua che dovrebbero scendere in un mese, aggravate dal fatto che i terreni secchi non sono in grado di assorbire.
Mobilitazione a Bologna
Fridays for Future Italia, movimento globale per la giustizia climatica e ambientale, chiede al Governo di prendere provvedimenti immediati per abbattere le emissioni e mettere in sicurezza i territori permettendo la costruzione di nuovi edifici solo dove realmente possibile e di limitare gli allevamenti intensivi che consumando gigantesche quantità di acqua (parliamo di miliardi di litri ogni anno) per la produzione contribuendo alla siccità.
I Friday hanno partecipato attivamente come volontari per aiutare le popolazioni colpite dalle alluvioni e portare via il fango entrato ovunque e sfileranno sabato 17 giugno per evitare che tutto ciò possa riaccadere, richiamando l’attenzione sia delle amministrazioni locali e regionali, sia del governo che continua a investire nei combustibili fossili e sfrutta il “decreto alluvione” per semplificare l’iter e costruire rigassificatori.
L’ultimo rapporto IPCC – Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico afferma l’urgenza di contenere l’aumento della temperatura media globale entro +1,5 °C ; per arrivare a questi risultati bisogna dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030 e azzerarle entro il 2050.