Milano – Dal 3 all’8 maggio nell’ambito della prima edizione del Festival dei Diritti Umani, Amnesty International Italia esporrà presso la Triennale di Milano la mostra fotografica “Sheroes” sulle spose bambine in Burkina Faso, con scatti di Leila Alaoui, la fotografa franco-marocchina rimasta uccisa negli attacchi del 15 gennaio 2016 a Ouagadougou.
L’inaugurazione della mostra si terrà martedì 3 maggio alle ore 19.00 presso il Salone d’Onore della Triennale di Milano (Palazzo della Triennale – Viale Alemagna, 6) nel giorno di inaugurazione del Festival e alla presenza di Danilo De Biasio, direttore esecutivo del Festival dei Diritti Umani e di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Saranno inoltre presenti i genitori di Leila Alaoui.
La mostra fotografica, il cui titolo è una contrazione di “she” e “heroes”, presenta immagini positive di donne e ragazze provenienti da una varietà di ambienti e situazioni (ospiti e lavoratrici di case-rifugio, ginecologhe, responsabili di associazioni femminili, leader di comunità), storie di coraggio, determinazione, impegno, cambiamento positivo.
Le “sheroes” sono le nostre eroine: le ragazze che hanno subito e hanno superato la violenza, lo stupro, il matrimonio precoce e forzato, l’esilio, il disagio; ma anche le donne che stanno con loro difendendo, proteggendo, nutrendo, abilitando, ispirando. Alla realizzazione hanno contribuito anche i fotografi Sophie Garcia e Nick Loomis.
Ci sono due storie in questa mostra: la storia di coloro che sono sopravvissuti al terrore e alla brutalità e la storia di coloro che non ce l’hanno fatta. La prima storia che apre la mostra è quella delle nostre “sheroes”. É una storia di speranza e di luce. La seconda storia è quella di coloro a cui Amnesty International si è rivolta per raccogliere i ritratti delle nostre eroine. La fotografa Leila Alaoui e l’autista Mahamadi Ouedraogo non sono sopravvissuti ai terribili attacchi del gennaio 2016 che hanno privato Ouagadougou, il resto del Burkina Faso e altre città in tutto il mondo di tante persone care. La loro perdita è stata devastante. Ma anche in una tragedia come questa, c’è una storia di speranza e di luce. Questa è la storia che chiude la mostra.
Attraverso questa mostra fotografica, Amnesty International rende onore a tutti coloro che vi sono ritratti, a Leila Alaoui e a Mahamadi Ouedraogo e ai molti altri come loro nel mondo. E invita tutti a partecipare a questo omaggio.
Nel recente rapporto intitolato “Costrette e impedite: i matrimoni forzati e gli ostacoli alla contraccezione in Burkina Faso”, Amnesty International ha denunciato che i matrimoni forzati e precoci stanno derubando migliaia di bambine del Burkina Faso – anche di soli 13 anni – della loro infanzia e che gli elevati costi dei contraccettivi e ulteriori barriere impediscono loro di decidere se e quando avere figli. Il rapporto contiene anche storie di donne e bambine minacciate o picchiate per aver cercato di prendere decisioni autonome sul matrimonio e la gravidanza.
Nel 2014 e nel 2015 i ricercatori di Amnesty International hanno intervistato 379 donne e bambine, documentando i molteplici ostacoli che impediscono l’accesso ai servizi medici di contraccezione. La legislazione nazionale prevede che le ragazze debbano avere almeno 17 anni prima di sposarsi ma nella regione settentrionale del Sahel più della metà (il 51,3 per cento) delle bambine tra i 15 e i 17 anni risulta già sposata.
L’allestimento presso la Triennale di Milano costituirà la prima tappa del tour della mostra fotografica in Italia. Amnesty International sarà inoltre presente durante il Festival dei Diritti Umani con punti informativi, momenti di presentazione delle proprie attività e laboratori di Educazione ai diritti umani.
Per firmare l’appello: http://appelli.amnesty.it/burkina-faso-matrimoni-forzati/
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