Novamont: inaugurato a Patrica (Fr) l’impianto di Mater–Biopolymer

Nei giorni scorsi è stato inaugurato a Patrica (FR) l’impianto di Mater–Biopolymer, società interamente controllata dal gruppo Novamont, dedicato alla produzione di ORIGO–BI®, biopoliesteri ad alto grado di rinnovabilità, componenti delle bioplastiche compostabili MATER-BI®. E’ stato riconvertito l’ex impianto Mossi & Ghisolfi che produceva PET, e le diverse sezioni sono state rigenerate, modificate e in alcuni casi totalmente rinnovate.
Si tratta di tecnologie in grado di utilizzare le materie prime della filiera Novamont – biobutandiolo e acido azelaico, monomeri bio-based – per la produzione di biopoliesteri attraverso un processo sempre più sostenibile, orientato alla riduzione delle emissioni. Mater-Biopolymer, inoltre, è dotata di un complesso sistema di utility che permette di minimizzare i costi e gli sprechi attraverso il recupero degli scarti, in un’ottica di economia circolare e sostenibilità. L’approccio alla valorizzazione dei residui ha consentito la messa a punto di un processo di purificazione delle acque reflue per ottenere tetraidrofurano (THF), un intermedio chimico strategico per l’industria chimica e farmaceutica, per la prima volta al mondo da fonti rinnovabili (bio-THF). Il THF può essere usato come solvente chimico e nel settore farmaceutico.
Il sito di Patrica occupa circa 90 dipendenti, con una capacità produttiva di 100 mila tonnellate all’anno di ORIGO-BI® e su una superficie totale di 140.000 mq. Dal punto di vista dell’impatto ambientale, la riconversione della seconda linea di produzione e il recupero del THF hanno consentito di generare vantaggi ambientali in termini di riduzione di emissioni di CO2 e di chilometri di trasporto su ruota evitati così quantificabili:246.000 tonnellate di emissioni di CO2 equivalente l’anno evitate 1.296.000 Km di trasporto su ruota evitati, relativi al trasporto dei reflui contenenti THF che venivano smaltititi all’esterno del sito.
Mater-Biopolymer, in linea con la strategia aziendale basata sull’utilizzo di tecnologie prime al mondo per la rivitalizzazione di siti deindustrializzati, rappresenta un esempio virtuoso di sviluppo industriale in una logica di rigenerazione territoriale e di valorizzazione delle infrastrutture dismesse. L’impianto costituisce un ulteriore passo avanti nel modello di bioraffineria integrata nei territori.