Una piccola rivoluzione a Torino sul fronte degli oli esausti con l’arrivo dei bidoni blu Conoe e Amiat Gruppo Iren. Il Comune guidato da Stefano Lo Russo ha promosso un’intesa con il Consorzio e Amiat, che si occupa della raccolta e della gestione dei rifiuti torinesi, per stimolare il recupero delle circa 1.000-1.500 tonnellate di oli esausti prodotte dai torinesi ogni anno. Tonnellate che allo stato attuale solo in minima parte vengono correttamente smaltite.
Attraverso l’accordo sottoscritto da Comune di Torino, Amiat Gruppo Iren e Conoe si punta a una raccolta capillare degli oli vegetali di provenienza domestica. Scuole, chiese e altri luoghi di aggregazione saranno tra i luoghi scelti per la collocazione dei buoni blu per la raccolta degli oli esausti. Ha c0mmentato Chiara Foglietta, assessora alla Transizione Ecologica:
Tra gli obiettivi strategici del progetto ci sono l’aumento della qualità della differenziata e la promozione dell’economia circolare. La realizzazione di un circuito virtuoso di raccolta degli oli vegetali esausti provenienti dalle utenze domestiche rappresenta un elemento centrale per la prevenzione della produzione dei rifiuti e la difesa degli ecosistemi, nonché uno strumento concreto per il recupero di materia prima da uno scarto che, mal gestito, ha un impatto negativo sull’ambiente.
Raccolta oli esausti Torino, gli obiettivi Amiat Gruppo Iren e Conoe
Una campagna che riveste un ruolo di grande importanza, soprattutto nell’ottica della prevenzione dell’inquinamento ambientale da oli esausti. Basti pensare che è sufficiente un chilo di olio usato per la frittura o di quello presente nei cibi in scatola per inquinare 1.000 metri quadrati d’acqua. Un velo oleoso che compromette l’ossigenazione delle acque e provoca seri danni alla flora e alla fauna.
Da non sottovalutare anche la dispersione nelle reti fognarie, che possono intasarsi e ridurre l’efficienza dei depuratori. Senza parlare dei costi, stimati in 1,10 euro/kg, e del consumo di energia necessari per la depurazione delle acque (3 kWh).
Il nuovo sistema di raccolta degli oli
Per ovviare alla dispersione degli oli esausti nell’ambiente o nelle reti fognarie Amiat Torino e Conoe hanno presentato un apposito sistema di raccolta. Dopo essere stato filtrato da eventuali residui di cibo e impurità, l’olio dovrà essere raccolto in bottiglie di plastica, che dovranno essere conferite ben chiuse nei bidoni blu. Come ha sottolineato Paola Bragantini, presidente Amiat Gruppo Iren:
Dopo alcune sperimentazioni siamo davvero soddisfatti di poter avviare in modo sistematico la raccolta degli oli esausti, che arriverà a coinvolgere tutta Torino. È un progetto rilevante, che ci sfida, insieme alla Città e a CONOE, a realizzare quella che potrà diventare un esempio e una best practice anche per altre realtà metropolitane, partendo da un’efficace comunicazione ai cittadini per accompagnarli nell’adozione di una nuova abitudine per la corretta separazione e conferimento di un rifiuto che, altrimenti, costituisce a tutti gli effetti un inquinante.
Una minaccia ambientale che se scongiurata può trasformarsi in una preziosa risorsa secondo Tommaso Campanile, presidente Conoe:
L’accordo con la Città di Torino e Amiat è un ulteriore passo per un impegno concreto di tutti i soggetti coinvolti nella filiera del recupero degli oli vegetali esausti, primo fra tutti il Conoe, che segue numerosi progetti specifici di recupero sistematico degli oli alimentari esausti in altre importanti città italiane. Gli oli vegetali esausti rappresentano una enorme risorsa se oggetto di pratiche di recupero corrette, consapevoli e costruttive.
È un dovere prioritario procedere a costruire intorno a questa tematica una coscienza collettiva improntata ai principi della salvaguardia ambientale che inizia, in prima battuta, con la sottrazione di questo rifiuto a pericolose pratiche di dismissione incontrollata per arrivare ad una riconversione in biodiesel, con conseguenze positive in termini di emissioni di gas serra.