In Val di Concei, nella provincia di Trento, è morta stanotte l’orsa F43; non è sopravvissuta alle operazioni di sostituzione del radiocollare utilizzato per il suo monitoraggio.
Possiamo uccidere un animale, tra l’altro in via di estinzione in Italia (se ne contano un centinaio), solo perchè vogliamo sapere come e dove si muove? E’ etico (e raro certamente) permettere che un’orsa, felice di vagare qui e lì, muoia in modo cruento? E’ stato un incidente, lo ha sottolineato la Provincia di Trento, siamo d’accordo ma non ha subito un investimento, non attribuiamo la sua perdita alla casualità. Dopo la cattura è stata inserita in una cella tubolare dove ha smesso di respirare a causa della posizione innaturale assunta post anestesia. La rianimazione, cui pure è stata sottoposta, non ha sortito gli effetti sperati.
A cosa serve il radiocollare e perchè si applica?
La fauna selvatica, ormai da decenni, viene monitorata per ragioni diverse e sempre sia per il bene dell’animale sia per garantire la sua presenza sul pianeta Terra.
Attraverso i preziosi dati che si rilevano, grazie alle attività di marcatura, possiamo:
- censirli (numero adulti e nuovi nati),
- rilevare le caratteristiche morfologiche ed eco-etologiche,
- sapere dove si spostano e per quali ragioni cambiano zona,
- capire i periodi di letargo e il loro stato di salute.
L’orso però viene seguito soprattutto perchè considerato pericoloso per l’uomo; si è vero possiamo elencare alcuni rarissimi fatti di cronaca in cui ha aggredito un essere umano per paura o fame nel nostro Paese ma, quasi sempre, le motivazione sono il comportamento problematico (?) e il carattere selvaggio. Potremmo mandarlo a scuola di buone maniere ma resisterebbe nei banchi? Insomma non è un bambino da educare.
E come dovrebbe comportarsi un orso, onnivoro per nascita, che con la sua stazza imponente già incute un certo rispetto, per essere socialmente accettato? Rubare la torta di Nonna Papera alla finestra di una piccola abitazione nel bosco gli è concesso perchè rientra nella favola ma girovagare tra le tende dei campeggiatori liberi no questo è proibito, crea scompiglio e fuggi fuggi.
Dovremmo dunque supporre che sia una mammifero con doti umanissime, in grado di discernere dove recarsi, se sia il caso di spaventare o di apparire improvvisamente, di capire se lungo la strada incontrerà auto. Impossibile è gioco forza.
Chiediamoci invece se le modalità adottate per il monitoraggio fino ad ora siano state invasive e rischiose e se dovremo cominciare a modificare i sistemi. Gli animali selvaggi non sono di nostra proprietà, appartengono alla natura, le torture, seppur a fini di studio e protezione, non sono ammesse.
Dove (non) incontrare un orso
Nei boschi, lo sappiamo, l’orso vive felice. La sua altitudine preferita è tra i 300 e i 1500 metri. Nel nostro paese eccolo nelle Alpi (Trentino e Friuli Venezia Giulia) e nell’Appennino centrale (il marsicano), di norma all’interno delle aree protette ma sappiamo che, birichino e veloce com’è, capita che si allontani parecchio e giunga nei piccoli centri abitati (talvolta rubando, si fa per dire, frutta di alberi non suoi ma che volete il concetto di proprietà privata proprio non lo concepisce). La sua presenza, un pò come le api nostre sentinelle, è indice positivo: dove vive lui l’ambiente, siamone certi, è incontaminato.
Life Ursus: un progetto che ha permesso il ripopolamento
Grazie a progetti come Life Ursus del Parco Adamello Brenta, l’orso è di nuovo tra noi ma come accade anche per il lupo subito dopo il problema è diventato “e ora come la mettiamo con i pericoli conseguenziali”? L’orso può essere aggressivo e il lupo mangia pecore e galline da che mondo è mondo. La critica è semmai come mai per un pastore l’opera di ristoro in caso di perdite economiche è così farraginosa? Perfino la rimozione della carcassa della pecora è costosa e complicata, e spesso il fucile appare per coloro che vivono di questo mestiere l’unica soluzione.
Ergo ripopoliamo ma contemporaneamente supportiamo le economie locali e spieghiamo bene ai turisti come comportarsi per evitare un vis à vis con gli orsi e naturalmente studiamo metodi dolci per verificare la loro presenza.