Il pack per alimenti ha un nuovo ruolo e diventa alleato nella lotta allo spreco di cibo, grazie a confezioni più piccole, chiare informazioni sull’imballaggio, facilità di recupero e riciclo. È quanto emerge dalla ricerca “Lo spreco alimentare tra abitudini, modalità di conservazione dei cibi, imballaggi e informazione”, a cura di Waste Watcher (l’Osservatorio Nazionale sullo spreco di Last Minute Market/SWG) per Comieco – Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a Base Cellulosica, e presentato al Refettorio Ambrosiano di Milano in occasione del convegno “Consumatori e imballaggi in carta e cartone, uniti contro lo spreco”.
La ricerca, realizzata su un campione di 1.000 famiglie italiane, ha analizzato il rapporto tra i cittadini e l’utilizzo degli imballaggi, in particolare di carta e cartone, con l’obiettivo di individuare quali relazioni intercorrano tra packaging e spreco alimentare. I 2/3 del campione ritengono che che negli ultimi 10 anni c’è stato un grande cambiamento in termini di innovazione del packaging. La maggior parte dei consumatori italiani tende a fare la spesa con una frequenza elevata (2-3 volte alla settimana) e di conseguenza privilegia confezioni più piccole per fruire di prodotti sempre freschi e per ridurre il rischio di sprecare gli alimenti.
Al momento dell’acquisto, poi, risulta fondamentale da parte dei consumatori la lettura delle informazioni sull’etichetta, la scadenza e la provenienza dell’alimento così come le modalità corrette di conservazione e successivo riciclo dell’imballo stesso. Le confezioni di carta e cartone vengono preferite per la loro riciclabilità, perché sono ritenuti dei contenitori “più sani” e che fanno durare il cibo maggiormente.
Ma cosa succede alle confezioni che, acquistate, entrano nelle case?
Sul fronte della sistemazione del cibo confezionato, le famiglie italiane dimostrano in molti casi di conoscere le prestazioni del packaging per quanto riguarda la capacità di preservare le proprietà organolettiche degli alimenti: pasta fresca, latticini, formaggi e carne vengono prevalentemente conservati all’interno degli imballaggi di acquisto, mentre invece la verdura e soprattutto la frutta vengono tolte dal pack con cui sono state comperate e riposte sfuse in frigorifero.
Il 62% dei consumatori dichiara di gettare nella spazzatura soprattutto confezioni già aperte parzialmente consumate, mentre il 10% butta pack interi non ancora aperti in quanto scaduti oppure andati a male. I consumatori sono ormai consapevoli e informati delle proprietà degli imballaggi alimentari e sul loro smaltimento nella raccolta differenziata: il 67% degli intervistati dichiara di sapere che negli ultimi 10 anni le confezioni si sono evolute, mentre il 68% è a conoscenza del fatto che alcuni pack sono progettati per preservare i cibi svolgendo una funzione protettiva e di conservazione.
Nonostante ci sia maggior consapevolezza e informazione sul ruolo degli imballaggi alimentari, vengono comunque richieste, dai consumatori, maggiori informazioni e approfondimenti per migliorare i comportamenti legati alla gestione dei cibi imballati.
Su questo fronte Comieco sta operando con diverse modalità per incrementare il dialogo tra gli attori della filiera del packaging e la comunicazione nei confronti del pubblico: un esempio è costituito dal Club Carta e Cartoni, progetto che conta più di 200 aziende iscritte, nato per promuovere le best practice e le ultime innovazioni in fatto di packaging sostenibile nei confronti di quelle realtà che utilizzano imballaggi in carta e cartone per confezionare e movimentare i loro prodotti. Comieco è inoltre tra i sottoscrittori della Carta di Milano, un documento condiviso e partecipato, nato come eredità culturale di Expo 2015, che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo.