Alla maggior parte di noi il paesino di Billund in Danimarca non dice nulla ma se vi comunico che l’azienda più famosa della zona è la Lego allora è un’altra storia. La sola parola Lego evoca in ognuno di noi un ricordo: quello di quando bambini costruivamo case, ferrovie, ponti, parchi e auto in totale creatività perchè, lo sappiamo, negli anni ’70 il regalo più gradito era un bidone di mattoncini senza istruzioni con i quali diventare ingegneri folli; o il ricordo di quando genitori di bambini piccolissimi insegnavamo al nostro pargolo come incastrare i Duplo, ovvero la linea baby ma anche di quando, ormai con figli alle elementari, trascorrevamo il pomeriggio a costruire mezzi per le spedizioni artiche, gommoni per la polizia di palude, navi dei pirati, case delle Barbie, ville rosa confetto con piscine turchesi.
A Billund viene prodotto il 40% del totale mondiale dei pezzi venduti, che, udite udite, nel 2016 sono stati 75 miliardi, come se ogni abitante della terra ne avesse 10 a disposizione.
Ma nel terzo millennio l’azienda danese ha deciso di compiere un grande passo avanti verso la sostenibilità avviando la produzione di una gamma di elementi costruiti con plastica di origine vegetale resistente e flessibile, ottenuta dalla lavorazione della canna da zucchero con un investimento iniziale di bel 150 milioni di dollari. Tra i nuovi elementi botanici ci saranno foglie, cespugli e alberi (per ora rappresenteranno solo l’1 o 2 % della produzione totale).
Tim Brooks, Vice Presidente e Responsabile della Sostenibilità ambientale, del Gruppo ha affermato: “L’obiettivo del Gruppo Lego è quello di avere un impatto positivo sul pianeta: stiamo lavorando molto per sviluppare nuove materie eco da utilizzare per la realizzazione di fantastici giochi per bambini che non noteranno la differenza tra i vecchi e i nuovi elementi”.
Incessante anche il lavoro sul packaging a basso impatto, nel 2014, il colosso scandinavo ha ridotto le dimensioni delle sue scatole in media del 14 %. L’azione rientra nell’ambito degli obiettivi di sostenibilità da raggiungere entro il 2030.
E sapete che se avete ancora in soffitta dei mattoncini degli anni ’60 potreste regalarli e far felici altri bambini? Si perchè la Lego assicura che due pezzi prodotti a distanza di decenni possono tranquillamente essere incastrati tra di loro. Ogni mattoncino può essere tramandato di generazione in generazione restando sempre attuale e divertente. Anzi fiorente è anche il mercato dei collezionisti e meno male visto che se un mattoncino indistruttibile finisce nella spazzatura resta sul pianeta per…molto, molto tempo.
Il Gruppo Lego ha collaborato con il WWF per sostenere e creare la domanda di mercato per una plastica proveniente da fonti sostenibili e ha aderito alla Bioplastic Feedstock Alliance (BFA), iniziativa del WWF, per assicurare l’approvvigionamento sostenibile delle materie prime per l’industria delle bioplastiche.
La canna da zucchero utilizzata proviene da fonti sostenibili sempre in conformità alla guida della BFA.
L’azienda inoltre lavora a stretto contatto con i propri fornitori per garantire che vengano eseguite valutazioni del ciclo di vita, per stabilire gli impatti ambientali conseguenti alla produzione del materiale di natura bio e il loro corretto smaltimento.
di Marzia Fiordaliso