Vista la situazione d’emergenza dovuta alla siccità che sta colpendo praticamente tutta Italia, il Governo insieme alle Regioni sta lavorando ad un “piano acqua”. Il settore più in crisi in questo momento risulta quello idroelettrico, come hanno dichiarato la Ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna e il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.
L’acqua si sta esaurendo e a farne le spese è soprattutto il settore agricolo. Sull’esaurimento delle scorte d’acqua è intervenuto in particolare anche il legale rappresentante di Enel Giovanni Rocchi, in audizione alla commissione congiunta di Agricoltura e Montagna di Regione Lombardia, convocata in via straordinaria per la grave crisi idrica e l’emergenza siccità.
Il “piano acqua”, cos’è e cosa prevede
Secondo la Ministra per il Sud e la Coesione territoriale, l’emergenza idrica non coglie del tutto impreparati gli operatori del settore. Questi infatti sono al lavoro già da sei mesi in tutte le regioni; lo scopo è definire un piano acqua che sostenga l’intera filiera, dagli invasi agli acquedotti alle utenze finali.
Il piano sarà gestito con un Contratto Istituzionale di Sviluppo e già sono arrivati riscontri positivi dagli enti territoriali. Si tratta di un investimento iniziale consistente: un miliardo a valere sul ciclo 2021-2027 del Fondo di Sviluppo e Coesione. Questo comunque potrebbe essere incrementato ancora.
La Ministra ha anche reso pubblico il progetto di un Cis Acqua che potrebbe essere ufficialmente avviato a luglio, come risultato finale degli ultimi sei mesi di lavoro al piano acqua. Nello specifico poi con il primo programma di solidarietà europea dopo la pandemia il React Eu, ci si è concentrati sugli interventi idrici. Sono infatti da poco partiti i lavori di ammodernamento e ristrutturazione delle reti idriche della Campania, Puglia, Sicilia e Basilicata, per 482 milioni. Resta il fatto che il problema degli invasi o degli acquedotti-colabrodo non riguarda solo il territorio meridionale, per questo si è voluto istruire un Cis Acqua di portata nazionale, per assicurare l’erogazione dell’acqua a tutti anche in periodi di siccità.