Quali sono i brand più inquinanti degli ultimi cinque anni per quanto riguarda la plastica? A stilare la classica mondiale è l’ultimo rapporto Branded diffuso dalla coalizione internazionale Break Free From Plastic, di cui fanno parte circa duemila organizzazioni tra cui Greenpeace.
Attualmente Coca-Cola, Pepsi e Nestlé sono risultati i marchi più inquinanti a causa della plastica monouso trovata tra i rifiuti abbandonati. Basti pensare che dal 2018 ad oggi i packaging di Coca-Cola sono risultati essere in quantità più grande rispetto alla somma degli imballaggi dei brani che si trovano al secondo e al terzo posto della classifica. Nonostante questi dati l’azienda è lo sponsor della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nella turistica Sharm el-Sheikh fino al 18 novembre.
Pochi giorni fa Greta Thunberg ha definito la Cop27 puro greenwashing e gli attivisti le hanno fatto eco con numerose manifestazioni contro la scelta dell’Egitto come paese ospitante. Una nazione dove non esiste la possibilità di manifestare liberamente, dove non è possibile parlare di giustizia e di trasparenza e quindi organizzare un evento con carattere internazionale.
Plastica, brand più inquinanti: cosa succederà in futuro
Coca-Cola, Pepsi e Nestlé cercheranno di rimediare in futuro per non essere ancora tra i brand più inquinanti? Quasi sicuramente gli obiettivi prefissati dalle stesse compagnie entro il 2025 non saranno raggiunti. Il programma del New Plastics Economy Global Commitment prevede iniziative delle stesse multinazionali per utilizzare imballaggi monouso, tuttavia non sembrano bastare. Anche perché molte aziende che hanno aderito a questo progetto hanno addirittura aumentato la produzione di packaging di plastica.
Per questo motivo Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere ai leader internazionali un trattato globale sulla plastica, per arrivare a “inquinamento zer”. I governi di tutto il mondo dovrebbero spingere le multinazionali a investire sulla sostenibilità. Il riciclo non è l’unica soluzione, ma esistono molte altre iniziative che le aziende ignorano.