estate tessuto anticaldo

Proteggerci dal caldo grazie al design della chimica, di Irene Ivoi – EcoDesign

In questa estate, ancora una volta troppo calda per essere benvoluta e tollerata, chiacchieravo con un amico francese che lavora nella city londinese e gli raccontavo che chi vive in Italia, e non ha più 30 anni, si sta chiedendo sempre più dove andare in vacanza e dove immaginare di invecchiare a causa del clima capriccioso.
E quindi quanto la progettazione di viaggi estivi e lo sviluppo immobiliare inizino a tener conto anche di tutto questo.
Lui mi guardava e ascoltava molto perplesso, come se dicessi cose inimmaginate finora e questo mi ha obbligato ancora una volta a riflettere sul fatto che chi vive in UK questo problema non può avvertirlo come chi risiede nel Mediterraneo, o comunque nell’Europa del Sud.

Torniamo a noi e al problema del fresco da garantire in estate per esempio a coloro che lavorano.
Questa necessità sta generando ricerche e soluzioni impensabili fino a pochi anni fa.
D’altronde il rendimento lavorativo è fortemente minacciato dal caldo: uno studio riportato da Banerjee e Duflo in “Una buona economia per tempi difficili” dice che nei paesi poveri un grado in più all’anno riduce il reddito procapite del 1,4%. Si sa che i paesi poveri sono più fragili e quelli ricchi si difendono meglio da questo problema, ma i lavori all’aria aperta sono terribilmente democratici e non offrono soluzioni facili.

Estate e calore, soluzioni innovative per i lavoratori

Ecco allora due piccole segnalazioni che in prospettiva potrebbero essere utili. Renkun Chen, professore di ingegneria meccanica e aerospaziale presso l’UC San Diego, ha guidato una manciata di anni fa uno studio finalizzato ad un cerotto indossabile che fornisce raffreddamento e riscaldamento personalizzati a casa, al lavoro o in viaggio. Il cerotto morbido ed elastico raffredda o riscalda la pelle dell’utente a una temperatura confortevole e la mantiene quando cambia quella ambientale. È alimentato da una batteria flessibile ed estensibile e può essere incorporato negli indumenti. I ricercatori affermano che indossarlo potrebbe aiutare a risparmiare energia su aria condizionata e riscaldamento.

Il ricercatore Po-Chun Hsu dell’Università di Chicago ha lavorato su metamateriali dinamici, elettrochimica, trasferimento di calore, cattura del carbonio, nano/microfibre e intelligenza artificiale. Ha sviluppato un tessuto che, grazie al raffreddamento radiativo, anche in città cementificate, riesce a garantire temperature più basse di tre volte rispetto ad un normale cotone.

Gli studi condotti hanno considerato enormemente il fatto che l’output doveva non solo riflettere/contrastare la luce solare diretta, ma anche le radiazioni termiche che arrivano dai lati e dal basso (asfalto automobili, edifici, ecc).

Questo si è tradotto in un lavoro su lunghezze d’onda diverse e il tessuto progettato è realizzato stratificando tre differenti materiali. Pare adatto per abbigliamento in primis, ma anche edilizia e conservazione degli alimenti (in particolare quelli che hanno bisogno di una catena del freddo) visto che riduce l’impatto delle emissioni di gas climalteranti.

Didascalia: cooling fabric, photo by John Zich | all images courtesy of University of Chicago’s Pritzker School of Molecular Engineering

di Irene Ivoi – EcoDesigner