Brucia ancora il giorno dopo la Eco X di Pomezia e i nostri eroi, i vigili del fuoco, continuano a tentare di domare le fiamme di questo deposito in cui venivano stoccati i rifiuti.
Anche il mio telefono è incandescente, gli amici di Roma sud da ieri chiamano per avere un mio parere, non si fidano dei TG, chiedono se basterà tenere le finestre chiuse per non respirare l’aria mefitica, vogliono sapere se i bambini possono andare a scuola (solo a Pomezia è stata disposta la chiusura degli istituti), se è meglio tenere i cani in casa; anche il meno esperto di ambiente, tra loro, teme per la sua salute e quella della propria famiglia. Anche gli abitanti di tutta l’area dell’EUR e dintorni, dunque non vicinissimi alla zona del disastro sono impauriti, l’odore è pessimo e si domandano per quanti giorni resteranno nell’aria le particelle incriminate. Difficile rispondere, dipenderà dal volere del vento soprattutto.
L’Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio ha diffuso i dati relativi alla qualità dell’aria, i livelli di pm10 sono più alti di quasi il triplo rispetto alla soglia di rischio e andrà verificata la presenza della temuta diossina e delle fibre di amianto anche se la Regione dichiara, per ora, che non esiste rischio in tal senso.
Anche le Asl stanno procedendo con i controlli in tutta la zona che vede la presenza di numerose aree verdi e di campi coltivati anche biologici. Sarà necessario capire se ci sono ricadute a terra. Intanto è stato predisposto il divieto nelle mense di utilizzare ortaggi, frutta e tutti i prodotti dell’Agro Pontino.
Inoltre, il Centro agroalimentare di Roma, il polo logistico e distributivo da cui passano i prodotti ortofrutticoli che arrivano sulle tavole dei romani, si sta occupando di controllare a campione i prodotti che arrivano dalle aree del Lazio interessate, in particolare sulle verdure a foglia.
Un danno che potrebbero pagare a caro prezzo tutte le aziende agricole pontine (soprattutto quelle presenti entro i 5 km dal luogo del rogo) nel caso i raccolti dovessero essere distrutti o abbattuti gli animali; indispensabile, secondo la Coldiretti attivare, nell’immediato, procedure snelle per i risarcimenti.
Nel frattempo la Procura di Velletri ha disposto il sequestro dell’impianto della Eco X e una serie di verifiche per capire se l’azienda operava secondo le autorizzazioni.
Si è trattato di semplice autocombustione? E quali sono stati esattamente il genere di rifiuti che ha bruciato?
di Marzia Fiordaliso