Rapporto ASviS 2023

Rapporto ASviS 2023, deboli i passi verso l’Agenda 2030

Il Rapporto ASviS 2023 evidenzia un’Italia lontana dall’Agenda 2030 delle Nazioni unite e la necessità di accelerare per recuperare i ritardi. Urgenti una serie di interventi e di riforme, le politiche pubbliche devono convergere tutte verso lo sviluppo sostenibile.

Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, ha presentato i risultati descrivendo una situazione critica per il Paese rispetto al 2010; per otto Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) si registrano miglioramenti contenuti, per sei la situazione è peggiorata e per tre è stabile.

In questi otto anni, l’Italia non ha scelto in modo convinto e deciso l’Agenda 2030 come mappa per realizzare uno sviluppo pienamente sostenibile – ha detto Giovannini – Il fatto che il nostro Paese sia in “buona compagnia” nel mondo non costituisce né una scusante, né un motivo di conforto.

Rapporto ASviS 2023, deboli i progressi

I progressi sono “decisamente insufficienti”, e lo dimostrano i dati provenienti dagli indicatori compositi elaborati dall’Alleanza. Sei dei 17 SDGs nel nostro Paese sono peggiorati rispetto al 2010: parliamo di povertà (Goal 1), sistemi idrici e sociosanitari (Goal 6), qualità degli ecosistemi terrestri e marini (Goal 14 e 15), governance (Goal 16) e partnership (Goal 17). Tre si dimostrano sostanzialmente stabili: cibo (Goal 2), disuguaglianze (Goal 10) e città sostenibili (Goal 11).

Sei registrano miglioramenti molto contenuti: istruzione (Goal 4), parità di genere (Goal 5), energia rinnovabile (Goal 7), lavoro dignitoso (Goal 8), innovazione e infrastrutture (Goal 9), lotta al cambiamento climatico (Goal 13). Infine, due Obiettivi (salute, Goal 3, ed economia circolare, Goal 12) mostrano segnali più incoraggianti. Per nove Obiettivi sui 14 per cui sono disponibili dati, le disuguaglianze tra Regioni sono in aumento.

La ministra del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone ha richiamato i principi del Goal 8 dell’Agenda 2030, evidenziando:

Investire sulla dignità della persona va considerato non solo dal punto di vista dei diritti ma anche dei doveri. Un lavoro di qualità e dignitoso è la base della crescita civile economica e lo possiamo conseguire attraverso delle politiche attive che mettano ciascuno in grado di contribuire allo sviluppo della società. Nel Rapporto si fa anche riferimento al salario minimo e si dice giustamente che da solo non basta. Credo sia proprio la qualità del lavoro la via maestra per dei veri miglioramenti retributivi. Non esiste sviluppo sostenibile senza qualità del lavoro che va perseguita in modo scientifico e non ideologico e su questa base il governo e l’ASviS possono condividere non solo lo spirito ma anche il linguaggio.

Novità di quest’anno la possibilità di visionare contenuti chiave del Rapporto su una pagina dedicata con infografiche interattive, card facilmente divulgabili per raccontare i dati e esplorare ciascun Obiettivo attraverso contenuti testuali e multimediali.

Le proposte dell’ASviS per le politiche “trasformative”

Solo con un profondo cambiamento delle politiche pubbliche è possibile invertire la rotta per permettere al Paese di arrivare preparato al 2030. L’Alleanza ha realizzato delle proposte per politiche “trasformative” che saranno oggetto tra l’altro di approfondimento e discussione in quattro eventi previsti entro la prima decade di dicembre. In estrema sintesi, le azioni riguardano 13 linee di intervento.