Ama continua a portare rifiuti all’estero, anzi ha deciso di raddoppiare i viaggi verso gli inceneritori del Nord Europa: Austria, Olanda e Germania e ora anche Norvegia, Finlandia e Danimarca. Del resto alternative non se ne vedono e tra dicembre 2022 e gennaio 2023 la Regione Lazio si ritroverà senza discariche visto che quelle a disposizione sono sature.
Per questo motivo è necessario trovare delle alternative, soprattutto in vista di grandi eventi che vedranno protagonista la Capitale quali il Giubileo del 2025 e probabilmente anche Expo 2030, per il quale la Città Eterna si è candidata. All’inizio del prossimo anno una delegazione del Bie (il Bureau international des Expositions) sarà a Roma per capire se la città è in grado di ospitare una manifestazione di tale portata.
Rifiuti di Roma all’estero: la decisione di Ama
Nel frattempo Ama ha deciso di portare la spazzatura romana all’estero visto che le spese non sono così alte. Una tonnellata di rifiuti nei Tmb e nelle discariche del resto d’Italia costa non meno di 170 euro, mentre la cifra va tra i 180 e i 200 euro per spedirli oltre confine. Una differenza davvero minima.
Lo scorso anno l’azienda che si occupa di smaltire i rifiuti a Roma, con l’aiuto di Invitalia, ha chiuso una gara con alcuni broker per inviare 50mila tonnellate fuori dal nostro paese ogni anno. Ama poi ha trovato sempre in altri nazioni sbocchi per altre 30mila tonnellate. Proprio in queste ore è arrivata la scelta di arrivare a quota 200mila, chiedendo spazio anche in Norvegia, in Finlandia e in Danimarca.
Nel frattempo il primo cittadino Roberto Gualtieri pensa che la soluzione per Roma sia il nuovo termovalorizzatore che però ha molti politici contrari, come il Movimento Cinque Stelle che ha addirittura presentato un esposto contro questo progetto. Uno strumento considerato ecologicamente insostenibile che potrebbe dare problemi per la salute dei cittadini e soprattutto per le future generazioni.