L’eco design dell’ultimo mese di questo (dimenticabile) 2021 fa tappa a Vicenza, o meglio tra Trento e Vicenza. Infatti la startup di cui parliamo è Nazena che opera sui rifiuti tessili e nasce a Trento nel 2019, grazie anche ad un finanziamento, ma ha la sede produttiva qualche km più a sud, a Vicenza. Ed è la sua founder che me la racconta, Giulia De Rossi, incontrata a Ecomondo.
Gli oggetti esposti in fiera mi sono piaciuti subito e mi hanno evocato immediatamente, per sapore e estetica commestibile, il caso Really di Kvadrat. Nazena tratta i rifiuti tessili che, sotto forma di scarti di processo e di selezione post consumo (da raccolta differenziata), arrivano in sede come sottoprodotti e materie prime seconde e lì diventano elementi rigidi e lavorabili con cui costruire nuovi prodotti.
Rifiuti tessili ricostruiti
Il processo di trasformazione è coperto da brevetto ma prima il materiale viene attentamente selezionato, suddiviso per tipologia e colore, ripulito da componenti esterne: bottoni, parti metalliche, paillettes, altro e quindi pronto per essere sfilacciato.
Nazena dichiara di processare fibre naturali (cotone, viscosa, lana e seta), artificiali (poliestere, elastomero, nylon) e non esclude di poter lavorare su pellami, poliaccoppiati e altri materiali più complessi.
In cosa si trasforma il tutto?
Per ora appendini, piccoli packaging per gioielli e mini-espositori dedicati, imballaggi per altri prodotti (vino per es.) poi riutilizzabili, e infine pannelli modulari e fonoassorbenti che possono ovviamente trovare impiego in spazi pubblici (e non solo).
Il team che c’è dietro questa promettente storia è ricco perché costituito da esperti e figure con competenze davvero diverse, tutti giovanissimi! Nazena ci piace anche perché parla di educazione ed esiste un’area ad hoc del loro sito dedicata.
E ultima novità: il Fashion Technology Accelerator è ora ufficialmente un loro mentore! Perché Nazena ha partecipato al Premio 2031, che raccoglie il testimone del Premio Gaetano Marzotto, ed è stata selezionata dal Fashion Technology Accelerator per un percorso di mentoring del valore di 10.000 euro!
A questo punto auguro loro di crescere e diventare sempre più un attore in grado di dare progressivamente risposte credibili e scalabili al crescente bisogno di riciclare materie tessili. È un argomento noto e di cui tanto si parla nei tavoli di lavoro oggi in allerta, visti i prossimi impegni obbligatori.
E poi faccio e farò sempre il tifo perché quell’azione educativa prima citata finisca anche nelle scuole, carenti di programmi didattici su questo flusso importante di rifiuti.
di Irene Ivoi, Ecodesigner
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