Partito il progetto di riqualificazione di corso Marconi a Torino. Il Comune ha proceduto ieri alla consegna dei lavori, che prenderanno effettivamente il via nei prossimi giorni e interesseranno il tratto compreso tra via Madama Cristina e corso Massimo D’Azeglio.
L’opera verrà realizzata grazie ai fondi REACT EU – PON Metro. È lo stesso Comune di Torino a rendere noto inoltre che la cantierizzazione dell’area verrà realizzata nei prossimi giorni. Il primo tratto interessato dai lavori sarà quello compreso tra via Madama Cristina e via Ormea.
Lavori corso Marconi a Torino, durata e limitazioni
Diverse le informazioni diffuse dall’amministrazione del sindaco Lo Russo, a cominciare dalla durata dell’intervento. Secondo quanto riportato i lavori proseguiranno per circa otto mesi. Come ha specificato il Comune di Torino:
Al termine dei lavori il viale centrale, di sezione di circa 10 metri, sarà pavimentato in modo uniforme, in calcestruzzo disattivato, con guida ottica centrale in lastre di Luserna. Sarà completamente dedicato ai pedoni, che disporranno così di un percorso protetto, delimitato da siepi e con banchine alberate riqualificate. Sui controviali permarrà la sosta in linea e sarà introdotta la ‘Zona 30’ con viabilità condivisa tra biciclette e vetture, in collegamento tra via Nizza e il percorso ciclabile del Valentino, lungo corso Massimo d’Azeglio.
Riscaldamento a Torino, il rinvio
A interessare la città di Torino è anche il recente annuncio riguardante le date di accensione del riscaldamento. Dopo un primo rinvio si era optato per l’avvio sabato 22 ottobre. Il perdurare del tempo eccezionalmente caldo e del bel tempo hanno spinto l’amministrazione comunale a spostare ulteriormente in avanti l’appuntamento. Alla base del provvedimento anche la volontà di limitare i consumi in risposta all’attuale crisi energetica e al caro bollette.
Sarà possibile accendere gli impianti di riscaldamento torinesi soltanto a partire dal 29 ottobre 2022. Sono state previste però alcune eccezioni, volte a tutelare le fasce più deboli e gli edifici adibiti a strutture ospedaliere.