La tappa ecodesign di Ecoincittà questa volta arriva a Parigi per scoprire come dare dignità a rifiuti incredibili. Anzi per la precisione a Pantin, uno dei suoi numerosi sobborghi raggiungibilissimi con treni leggeri (RER) o metro. Ci sono stata a fine luglio grazie alle segnalazioni di SpazioMeta, per visitare L’Atelier des Art.
Facciamo un passo indietro.
SpazioMeta: il riciclo come attività quotidiana
In questa rubrica abbiamo affrontato a inizio 2022 il tema dell’adattamento pro riutilizzo di attrezzature ed elementi per allestire mostre temporanee, sfilate di moda, installazioni di breve durata, eventi di una notte, ecc.
Questo è per l’appunto il focus di SpazioMeta, attiva a Milano, che nasce in Italia ispirandosi proprio all’Atelier des Art francese. Un sito dove è possibile trovare elementi usati di svariato genere.
Impiega circa 35 persone che intercettano, presso privati o anche pubbliche amministrazioni, materiali quasi impensabili che lì vengono organizzati, esposti, anche manutenuti, e poi prezzati e venduti a peso.
Stiamo parlando non solo di allestimenti (quindi cubi espositivi, tende per costruire drappeggi, moquette, sculture di polistirolo, ecc) ma anche imballaggi, pelli e tessuti, cerniere, bottoni, piccola carpenteria metallica, sassi di fiume, abiti, mattonelle di ceramica o di vetro-cemento, foratini di argilla, persino articoli da cancelleria/ufficio, e poi parquet ed assi di legno, scaffalature.
Quando ho visitato questo store quasi non credevo ai miei occhi.
Il riuso su materiali impensati
Perché è sempre più vero che chi si occupa di prevenzione rifiuti spesso si focalizza su alcune tipologie di rifiuto onnipresenti e quindi ricorrenti quali il lettone della nonna, o gli abat-jour finto Decò che nessuno vuole e nulla valgono, dimenticando numeri pazzeschi di quintali di materia afferenti a settori disparati e di cui le nostre case sono scrigno e sepolcro.
Questi elementi non finiscono oggi in un centro del riuso. Sto parlando di parquet, sanitari e ceramiche, tende, porte, minuterie metalliche, e tanto altro che confina anche con il perimetro della componentistica edile. Tutti quei dettagli insomma che contribuiscono silenziosamente al design di un’abitazione al pari della mobilia.
All’Atelier des Art ogni gesto punta al riciclo
All’Atelier des Art è possibile circolare tra corridoi ordinati e trovare tantissimi di questi materiali esposti con prezzi al kg.
Non è un centro del riuso per come lo si intende o lo si vede oggi in Italia.
L’Atelier des Art va oltre il riuso perché non si limita ad aggregare e vendere oggetti usati. Il lavoro che sottende quest’esposizione commerciale prevede uno smontaggio, ripulitura e distribuzione/aggregazione tassonomica del materiale esistente per agevolarne davvero il reimpiego. Potrebbe assomigliare ad un centro di preparazione per il riutilizzo di moderna concezione.
Di sicuro il lavoro necessario a renderlo tale è quasi da designer e creativi, persone cioè con il mindset di chi sa immaginare nuovi o rinnovati impieghi.
Nel 2021 hanno intercettato 722 tonnellate e il 90% ha trovato nuovo impiego.
Questa ispirante location nasce dalla volontà e intraprendenza di due donne, Jeanne Granger e Sylvie Betard, che vengono da quel mondo e tra il 2008 e 2009 iniziano a dare forma a questo progetto con un duplice obiettivo:
– ridurre i rifiuti
– offrire, a chi fa un lavoro creativo, accesso a materiali sicuramente economici, e che altrimenti finirebbero in discarica (o se va bene a riciclo).
Oggi alle attività svolte si aggiunge anche la formazione: qui si tengono atelier formativi proprio sul riutilizzo e remanufactoring.
di Irene Ivoi, Ecodesigner