Rumore, rumore e ancora rumore: le città italiane oltre ogni decibel

Tanto rumore per nulla? Niente affatto perché nella sola Europa l’esposizione al frastuono influisce negativamente sulla vita di circa 8 milioni di cittadini oltre a causare la morte prematura di ben 10.000 persone secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente. E ancora: 900.000 casi di ipertensione e 43.000 ricoveri ospedalieri per ictus e malattie coronariche l’anno.

Ma non sono nemmeno da sottovalutare:
– l’ipoacusia da trauma acustico cronico causata dall’esposizione prolungata al rumore che porta alla degenerazione uditiva irreversibile;
– la difficoltà ad addormentarsi, la diminuzione della fase di sonno profondo, i continui risvegli, l’affaticamento, le ridotte prestazioni nell’apprendimento, i deficit cognitivi (secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità);
– la sensazione di malessere: la maggior parte delle persone è infastidita in modo importante da una soglia di rumore superiore ai 55 dB (A) e pensiamo che 32 milioni di cittadini UE sono esposti a livelli di rumore che superano addirittura i 65 dB;
– una maggiore produzione degli ormoni dello stress con possibili comportamenti aggressivi e sbalzi di umore.

Si calcola che quasi il 50% della popolazione italiana sia esposta a livelli elevati di rumore: lo afferma una ricerca Amplifon condotta su 20 città dove Palermo, Firenze e Torino risultano ai primi tre posti di questa classifica negativa. Tra le cause oltre al traffico su strada (per il quale potrebbe essere utile l’introduzione di asfalto fonoassorbente ma in Italia sarebbe utopistico visto che le buche sono la norma e ormai, tristi casi di cronaca, gli sprofondamenti del manto stradale) anche il trasporto ferroviario e quello aereo (decollo, atterraggio ma anche solo passaggio dei velivoli) e il frastuono causato dalle industrie. Infine il mancato rispetto di leggi nazionali che pur esistono.

Traffico

E allora esistono rimedi o dobbiamo morire di rumore? Qualcosa si può fare:

– cercare di uscire nelle ore meno trafficate e quindi meno rumorose soprattutto in presenza di bambini piccoli e anziani;
– approfittare degli incentivi alle ristrutturazioni edilizie e cambiare gli infissi scegliendo tra quelli isolanti e con doppi vetri che riparano anche dagli spifferi;
– in caso di utilizzo di auricolari o cuffie abbassare il tono (ma anche senza ausili meglio non ascoltare, ad esempio, la musica alto volume);
– usare tappi in silicone o spugna per proteggere i timpani;
– se nelle vicinanze della propria abitazione vi sono attività rumorose (ma anche semplicemente vicini maleducati) è possibile l’esposto al comune che valuterà il rispetto dei limiti acustici previsti dalla regione o, in mancanza, di quelli riferiti al DPCM 1/3/1991;

L’Unione europea, dal canto suo, ha adottato misure per affrontare il problema rumore attraverso una direttiva del 2002; gli Stati membri dovrebbero avere mappe acustiche per calcolare, prevenire e ridurre l’esposizione dannosa ai decibel. Ma pare che il nostro Governo faccia orecchie da mercante…

di Marzia Fiordaliso