Il videogioco Ocean Savior permetterà ai giocatori di salvare l’oceano. I suoi creatori, gli studenti della V E dell’Istituto Francesco Saverio Nitti di Napoli, sono stati i vincitori del contest Save the Wave App Challenge, ideato dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO in collaborazione con AXA Italia e Gamindo.
Si tratta di un concorso nato in occasione del Decennio del Mare per portare il coding e l’Educazione all’Oceano nelle scuole ma anche per avvicinare i ragazzi ai temi della sostenibilità. Un’iniziativa che risulta anche aderente al programma di alternanza scuola-lavoro e che ha coinvolto gli studenti di diversi Istituti.
Come funziona Ocean Savior
Ma come funziona questo videogioco? Il protagonista è la tartaruga Cleany che ha il compito di togliere dalle acque del mare quanti più rifiuti possibili con un cestino. Gli utenti devono aiutarla, eliminando tutti gli elementi pericolosi per l’oceano. Chi gioca deve stare attento a non lasciar cadere nulla sul fondale e a non catturare i pesci che nuotano lì, pena la perdita delle tre vite a disposizione.
Il team di Gamindo ha deciso di sviluppare il videogioco a impatto sociale e ambientale ideato dai ragazzi per Save the Wave App Challenge rendendolo disponibile e giocabile da tutti in streaming. L’obiettivo è ovviamente quello di denunciare e sensibilizzare sull’inquinamento del mare, in particolar modo quello causato dalla plastica, coinvolgendo quante più persone possibili.
Save The Wave App Challenge si pone come obiettivo quello di avvicinare i giovanissimi al problema dell’inquinamento marino, salvare gli oceani significa provare a dare a noi tutti un futuro migliore. Innovazione e sostenibilità uniti per fornire ai ragazzi nuovi strumenti utili a comprendere le odierne criticità del nostro habitat e attivarsi per risolverle. Il gioco può diventare spunto anche per ridurre il divario tra le generazioni: Ocean Savior può trasformarsi in un momento di divertenti sfide familiari.