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Servizio idrico, gli italiani non conoscono il proprio gestore

Ma l’acqua di casa chi la gestisce? Uno studio del Laboratorio Ref Ricerche in collaborazione con Amapola sostiene che meno di un italiano su due conosce il nome dell’azienda che eroga il servizio idrico attribuendolo agli enti locali; quasi nessuno sa che queste aziende si occupano anche dei controlli della qualità e della potabilità.

Obiettivo primario diventa il rapporto diretto tra impresa e fruitore per costruire insieme un percorso di condivisone basato sull’efficacia dei servizi e soprattutto sulla sostenibilità.

Nonostante il passaggio del SII dagli enti locali a un ambito professionalizzato, cioè ad aziende industriali, sia un percorso avviato ormai trent’anni fa, tale transizione è ancora faticosamente in corso in alcune regioni – commenta Donato Berardi, direttore del think tank di REF Ricerche – Le persone non hanno ancora interiorizzato l’uscita dal servizio idrico integrato dalla sfera di influenza della politica e dalla finanza pubblica. Questo aspetto con ogni probabilità si lega al mancato riconoscimento della bolletta idrica come presupposto economico ineludibile di ogni miglioramento del servizio.

Servizio idrico, tutti i dati della ricerca

Rispetto alla bolletta, quattro intervistati su dieci pensano che sia l’azienda del servizio idrico a decidere in autonomia la tariffa, senza conoscere l’esistenza di un’Autorità di Regolazione nazionale (ARERA). Il 40% dei cittadini riconosce l’effettivo costo di un metro cubo di acqua; il 30%  è completamente fuori strada. Il restante 30% ammette di esserne all’oscuro.

I giovani consumano meno acqua in bottiglia dei genitori, si fidano di quella che esce dal rubinetto di casa e credono che ogni loro azione ha un effetto importante sul nostro pianeta.

Sui cittadini che abbiamo definito pragmatici, è possibile innestare un processo di recupero della fiducia incardinato sul miglioramento del servizio stesso e delle dinamiche relazionali con il gestore. – spiega Luca Valpreda, founder di Amapola – Ascolto, dialogo, confronto sono ambiti nevralgici e non sacrificabili per chi, occupandosi di un bene comune come la risorsa idrica, è legato a doppio filo ai propri stakeholder. Per questo, il paper prevede una seconda uscita nella quale si analizzeranno, in una sorta di tassonomia del malcontento, i motivi dietro l’insoddisfazione dei cittadini, le risposte emotive dominanti e soprattutto i relativi percorsi di informazione, comunicazione e partecipazione da attivare di volta in volta.

Il white paper sarà disponibile a partire da mercoledì 22 marzo sui siti di Laboratorio Ref Ricerche e Amapola.

I soggetti che hanno realizzato la ricerca

REF Ricerche è una società che realizza ricerche e consulenze nell’ambito dei servizi pubblici locali, della sostenibilità, dell’economia e del lavoro. Promuove osservatori indipendenti, attività di formazione e affianca aziende, istituzioni, organismi governativi nei processi decisionali.

Dal 2013 con il suo think tank riunisce i rappresentanti dell’industria e delle istituzioni per dibattere sul futuro dei servizi pubblici locali tramite la realizzazione di Position Paper e incontri pubblici o a porte chiuse.

Amapola Srl società benefit Talking Sustainability è un’agenzia di comunicazione e relazioni pubbliche, specializzata in comunicazione della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Dal 2009 accompagna imprese e organizzazioni nel costruire percorsi e progetti di sostenibilità e nel renderli vivi e condivisi con tutti gli stakeholder.