Il 4 ottobre si è celebrato il World Animal Day, una data dedicata alla riduzione dello sfruttamento degli animali, utile per sensibilizzare l’opinione pubblica su tutte le ingiustizie perpetrate nei confronti di esseri indifesi.
In questa giornata circa 450 accademici ed esperti in filosofia morale e politica, provenienti da 39 paesi, si sono riuniti per firmare la Dichiarazione di Montreal. Vediamo allora che cos’è e di cosa tratta questo documento.
Sfruttamento animali: cos’è la Dichiarazione di Montreal
Il documento firmato dagli studiosi, presenti anche docenti italiani, analizza il problema dello sfruttamento degli animali e le cause di questo fenomeno. Durante l’incontro si è voluto fare luce sull’aspetto principale di questo problema, ovvero che la causa della sofferenza negli animali è sempre l’essere umano.
Sono state poi evidenziate le principali soluzioni da mettere in atto, come si legge chiaramente nel testo della dichiarazione:
È possibile evitare tutto ciò, ad esempio astenendosi dall’indossare pelle, dal partecipare a corride e rodei o dal mostrare ai bambini leoni in cattività negli zoo. La maggior parte di noi può già fare a meno degli alimenti di origine animale e rimanere in salute, e il futuro sviluppo di un’economia vegana renderà le cose ancora più facili. Da un punto di vista politico e istituzionale, è possibile smettere di considerare gli animali solo come risorse a nostra disposizione.
È chiaro che gli animali che più di tutti sono vittime delle azioni dell’uomo, sono quelli degli allevamenti intensivi, dove vengono sfruttati per massimizzare la produzione, spesso con tecniche violente che provocano molta sofferenza nelle bestie. Stiamo parlando di circa 65 miliardi gli animali che muoiono in tutto il mondo per produrre alimenti come uova, carne e latte. Le associazioni animaliste chiedono che almeno la vita di ogni essere, seppur breve, sia dignitosa, libera e naturale il più possibile.
La Dichiarazione di Montreal si conclude così:
Non abbiamo illusioni; l’abolizione dello sfruttamento degli animali non sarà un progetto realizzato a breve. In particolare, richiede la rinuncia a radicate abitudini e la trasformazione fondamentale di numerose istituzioni. Crediamo, tuttavia, che la fine dello sfruttamento animale sia l’unico orizzonte condiviso che sia realistico e giusto per i non umani.